Messina: le foto del favoloso monastero la Badiazza, mai restaurato e mai aperto al pubblico

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La Badiazza a fine ‘800

La Chiesa di S. Maria della Valle o della Scala, più comunemente detta Badiazza, sorge nel letto della fiumara S. Michele, fuori della città di Messina, ed è l’unica parte sopravvissuta di un monastero femminile. Probabilmente l’unico edificio risalente al Medioevo presente a Messina. Peccato che i lavori di restauro iniziati nei primi anni 50′, non sono mai stati conclusi, e tutt’oggi la Badiazza si trova in stato di abbandono.

La leggenda della sua intitolazione narra che durante il regno di Federico II attraccò al porto di Messina una nave proveniente dall’Oriente nella quale i marinai avevano nascosto un icona rubata raffigurante la Vergine affiancata da una scala. Con grande stupore dei marinai e di tutti gli astanti al momento della partenza la nave non riuscì a staccarsi da terra; i marinai rivelarono allora all’arcivescovo l’esistenza della sacra immagine e la riportarono a terra (issata su un carro trainato da buoi) fu da questi condotta fino ai piedi dei Colli S. Rizzo, dove vivevano alcune monache benedettine. Da quel momento il monastero e la sua Chiesa presero il nome di S. Maria della Scala; alla sua icona portata in processione durante la pestilenza del 1347 lo storico messinese Samperi attribuiva numerosi miracoli.

Diverse sono le ipotesi avanzate sull’epoca di costruzione della Chiesa oggi esistente, anche se quasi concordemente se ne assegna la fondazione ad epoca normanna; alcuni studiosi, tuttavia, pur accettando la fondazione in tale epoca di un edificio originario, ritengono più probabile la sua costruzione nel secolo XIII, con rimaneggiamenti nel successivo. Secondo altri la presenza di caratteri normanni, svevi e aragonesi, e la mescolanza di stili negli elementi decorativi, come i capitelli, testimonierebbe diversi momenti costruttivi. Il primo riferimento cronologico certo è il 1168, quando Guglielmo II dichiarò la Chiesa “cappella reale“, ponendola alle dirette dipendenze del Papa. Il monastero, danneggiato durante la guerra dei Vespri e gli assedi angioini, fu ingrandito da Federico II d’Aragona, che ricostruì anche la Chiesa, nella cui abside fu raffigurato in atto di offrire il modello della fabbrica a S.Pietro. Trasformato il monastero in residenza estiva, una nuova chiesa e un nuovo monastero con lo stesso titolo vennero fondati entro le mura cittadine nella seconda metà del Trecento. La vecchia Chiesa, spogliata degli arredi e in parte crollata, si riempì di detriti durante l’alluvione del 1855; ulteriori gravi danni furono provocati dal sisma del 1908. Il monastero era nel frattempo andato in rovina.

L’interno si articola in tre navate, unite da un transetto sopraelevato a pianta quadrata, singolare sia per la vastità in rapporto all’edificio, sia per la presenza agli angoli di quattro pseudo-matronei che ospitavano rispettivamente sacerdoti e religiosi, autorità civili e militari, manache, dame e nobildonne.

Come detto in precedenza, i restauri della Chiesa iniziarono negli anni ’50 ma non vennero conclusi per mancanza di fondi. La Badiazza è raggiungibile imboccando la via Palermo e procedendo poi lungo il letto della fiumara S.Michele; il percorso però, è un po’ dissestato e l’edificio purtroppo è chiuso al pubblico. Ultimamente il comune di Messina ha avviato l’iter per la riqualificazione della zona, costruendo un muro intorno all’area del prezioso edificio, per permettere il regolare flusso del torrente.

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