Calabria, la vicepresidente Stasi chiede al Governo una Zona Economica Speciale per il porto di Gioia Tauro

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La vice Presidente della Giunta regionale Antonella Stasi durante la seduta odierna di giunta, ha chiesto l’approvazione di un provvedimento di indirizzo con cui la Regione chiede al Governo la creazione di una Zona Economica Speciale (Zes) nell’area del Porto di Gioia Tauro. ”A distanza di quasi 10 anni – ha detto Antonella Stasi -, la Zona Franca attivita’ nel porto di Gioia Tauro, che occupa un’area e’ stata di fatto un fallimento. Serve oggi una visione diversa, ovvero la creazione di una zona di attivita’ logistica allargata, separata comunque dal territorio comunitario, in cui esistano condizioni realmente incentivanti per gli investitori. Serve orientarsi verso la creazione di una Zona Economica Speciale (Zes). Nel mondo – ha proseguito – sono state realizzate numerose aree logistico-industriali (Zone Franche, Distripark etc.) situate nei retro porti di realta’ portuali, in cui vengono svolte attivita’ industriali, imprenditoriali, produttive e logistiche alimentate dalla presenza di merci movimentate dal porto adiacente. I vari modelli esistenti su scala mondiale, di fatto presentano numerosi punti di raccordo, ma il modello di sviluppo ritenuto piu’ idoneo per Gioia Tauro e’ tuttavia quello che viene definito Zona Economica Speciale. L’idea alla base di una zona economica speciale e’ che puo’ essere in grado di stimolare una rapida crescita economica attirando investitori stranieri, e diverse nazioni hanno sperimentato un boom economico a seguito della loro applicazione. Chiederemo al Governo Nazionale – ha detto ancora la vice Presidente – di supportarci e rendersi promotore insieme con la Regione Calabria presso la Commissione Europea a Bruxelles. In gran parte dei casi, l’introduzione di agevolazioni specifiche non puo’ essere liberamente decisa dai governi nazionali ma sono invece necessari provvedimenti ad hoc, per i quali e’ richiesta la notifica alla Commissione Europea per la verifica di coerenza con le normative comunitarie, in particolare con l’art. 87 del trattato istitutivo della Comunita’ Europea in materia di aiuti di stato. La zes appare dunque la ricetta ideale per rilanciare i foreign direct investment in Italia, cioe’ investimenti Esteri in Italia catalizzando l’interesse di grandi gruppi internazionali che oggi non sono in Italia creando dunque occupazione e sviluppo economico. Tali benefici sono attesi in misura nettamente superiore alle perdite che l’erario sostiene per mettere in piedi il sistema di incentivazione dal momento che si tratta di entrate fiscali al momento inesistenti. In altre parole, se si considerano soltanto i benefici e gli oneri marginali che derivano dalla creazione di una zes a Gioia Tauro, il saldo rimane di gran lunga favorevole. Sollecitiamo sin d’ora – ha concluso Stasi – il governo nazionale affinche’ si faccia in fretta prima che la Grecia, riesca a realizzare il suo progetto che sappiamo bene punta ad un’area proprio nei pressi del porto di Pireo dove e’ operativo un gran terminal container, concorrente di Gioia Tauro”.

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