Immigrati: il natante era partito dalla Tunisia. Mons. Montenegro: “Nel disastro di Lampedusa violati i diritti umani”

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Secondo le informazioni fornite in queste ore dal Ministero degli Esteri tunisino, che sta lavorando di concerto con le autorità italiane, il natante naufragato a largo di Lampedusa era partito due giorni fa da Sfax, una località nel sud della Tunisia. Quest’ultima, com’è noto, essendo molto vicina alla Sicilia, è spesso utilizzata dai trafficanti di esseri umani come base per le imbarcazioni.
Intanto monsignor Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, commenta così l’ennesima tragedia accaduta a largo delle coste agrigentine: ”Oggi sentiamo tanto parlare di diritti umani e poi permettiamo che tanti uomini, tante donne, tanti bambini, debbano morire perche’ desiderano una vita migliore”.”Non e’ facile – ha detto ancora l’arcivescovo – parlare di quali sentimenti una tragedia come quella che si e’ registrata al largo delle coste di Lampedusa faccia sorgere, gia’ altre volte ci siamo trovati in una situazione del genere e ho l’impressione che oggi l’unica manifestazione possibile dei sentimenti che si provano sia il silenzio, perche’ il silenzio e’ anche un grido, il grido di chi si sente disarmato, di chi e’ arrabbiato”. L’arcivescovo si dice ”davvero offeso come uomo nel pensare che altri uomini debbano essere lasciati morire cosi’”. E poi, riferendosi alle tante morti avvenute nel canale di Sicilia, aggiunge: ”Non si contano piu’ quanti hanno perso la vita nel Mediterraneo, e lascia basiti vedere che queste esistenze vengano poi considerate dalla stampa, dalla gente comune, soltanto dei numeri; un mondo basato sui numeri non potra’ mai essere un mondo umano, ma un mondo nel quale ognuno puo’ schiacciare l’altro”. ”Di queste morti – conclude monsignor Montenegro – siamo un po’ tutti responsabili per la nostra indifferenza, il nostro andare contro alla loro voglia di un futuro migliore, il nostro sopportarli”.

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