In Sicilia sta nascendo una destra vera e sana, senza alleanze imbarazzanti. Non importa se si perde, sia un vero laboratorio-modello per la politica nazionale

StrettoWeb

Manca poco più di un mese alle elezioni regionali del prossimo 28 ottobre in Sicilia: sono già stati presentati i simboli delle liste, che sono ben 47 (!), un record assoluto se verranno tutti accettati. Intanto vanno delineandosi alleanze e strategie. Sono tanti i candidati a Presidente della Regione, ma solo 5 hanno le carte in regola per essere presi in considerazione con percentuali significative, almeno secondo i primi sondaggi. Se fossero veri, assisteremmo a un clamoroso flop delle 3 liste del Movimento dei Forconi e del Partito della Rivoluzione di Vittorio Sgarbi. Invece il candidato grillino del Movimento5Stelle, Giancarlo Cancellieri, è accreditato dell’8% delle preferenze. Lo supera di poco Claudio Fava, a capo del polo d’estrema sinistra, sostenuto da Sel, Idv, Prc, Pci e altri movimenti comunisti: sarebbe al 14%. I tre sfidanti principali, però, sono Gianfranco Miccichè (autonomisti, Grande Sud, quel che resta dell’Mpa e Fli), Rosario Crocetta (Pd e Udc) e Nello Musumeci (Pdl). Quest’ultimo sarebbe in vantaggio con il 28% dei consensi, a fronte del 27% di Crocetta e del 20% di Miccichè. Ma in un mese abbondante può cambiare ancora tanto.
Il dato che emerge dalle ultime novità di strategie e alleanze, è che in Sicilia sta finalmente nascendo una destra vera e sana, senza più le imbarazzanti alleanze degli ultimi anni (l’Udc di Cuffaro prima, l’Mpa di Lombardo poi). E non è merito solo di Nello Musumeci, una figura su cui chiunque può mettere la mano sul fuoco, da sempre simbolo di onestà, legalità e idee chiare, sia a livello ideologico che a livello fattivo e operativo.
Il principale protagonista della “primavera di Catania” che, negli anni ’90, ha di fatto creato la “Milano del Sud”, è appoggiato da un progetto politico vero, sano, onesto. Che potrebbe esser premiato dai cittadini nell’urna, oppure no. Ma non importa. Meglio l’orgoglio di una politica giusta e leale che sta all’opposizione, rispetto a governi fallimentari, ricattati da piccoli movimenti con percentuali risicate che però devono per forza imporre le loro affaristiche esigenze. Gli altri, comunque vada, sono rovinati. Il Pd, che in Sicilia non ha un “Matteo Renzi” su cui poter contare per rinnovarsi e diventare un moderno partito di sinistra, ha accanto l’Udc e non è certo un motivo per stare tranquilli. Di Miccichè e dei vari lombardiani e finiani non vale la pena neanche di parlare…
Intanto il Pdl ha predisposto delle norme di sbarramento per le candidature alle regionali proprio per avere liste pulite. Tra queste norme, come hanno spiegato i parlamentari Simona Vicari e Dore Misuraca, c’é l’impossibilità di candidarsi per tutti quelli nei confronti dei quali è stato emesso il decreto che dispone il giudizio per mafia, voto di scambio, riciclaggio e per i reati contro la pubblica amministrazione come peculato, concussione, corruzione.
Nel Pdl non potranno inoltre candidarsi tutte le persone che hanno avuto condanne di primo grado per mafia, finanziamenti illecito ai partiti, smaltimento illecito di rifiuti, usura, estorsione, truffa. È inoltre prevista l’automatica sospensione dal gruppo parlamentare dell’eletto, il quale, nel corso della legislatura, viene sottoposto a misure di prevenzione personale o patrimoniale. Il Pdl ha inoltre stilato un codice etico con “specificazioni degli obblighi generali di diligenza, lealtà, onesta, trasparenza”. La sottoscrizione del codice è obbligatoria per il candidato a presidente della Regione, mentre é discrezionale per i deputati. “Tra le norme previste – ha spiegato il senatore Domenico Nanial’impossibilità di ricevere regali o di fare nomine clientelari, la limitazione del conflitto di interessi, il cumulo dei mandati politici”.
Insomma, un bel passo avanti rispetto al passato. La speranza e l’auspicio è che anche stavolta, come sempre accaduto nella storia, la Sicilia sia un vero laboratorio-modello per la politica nazionale. A quel punto davvero in Italia nessun cittadino che si sente di destra dovrebbe più imbarazzarsi perchè non riesce a ritrovarsi nella sua parte politica, ma avrebbe davvero un punto di riferimento di cui andare fiero.

Condividi