Padova, tanto scalpore per il bimbo prelevato a scuola dalla polizia

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Numerosissime le polemiche che si sono generate intorno alla scomoda vicenda che ha coinvolto un bimbo di 10 anni a Cittadella, in provincia di Padova. Il piccolo, infatti, è stato prelevato da scuola per essere consegnato al padre, il quale ha ottenuto tramite provvedimento del Tribunale dei Minori di Venezia la potestà esclusiva sul figlio. In queste ore tg e giornali hanno alimentato la polemica dell’opinione pubblica sui modi alquanto discutibili utilizzati dalla polizia per prelevare il bimbo mentre si trovava a scuola. In rete è presente un video che mostra le scene della vicenda. Alla conferenza stampa che si è svolta oggi nella sede della Questura di Padova, il padre ha affermato: “Ho salvato mio figlio e ora sta bene, è sereno. Abbiamo pranzato insieme e giocato alla playstation, ho cenato con lui e l’ho messo a letto. Non lo facevo da anni, è stata una bella emozione“. Intanto gli inquirenti stanno visionando le immagini dell’episodio, mentre la Commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto, presieduta da Leonardo Padrin, chiede al direttore generale dell’Ulss 15 Alta Padovana Francesco Benazzi di chiarire procedure e modalità di azione degli operatori dei servizi sociali del proprio territorio. Questa è la prima decisione presa dai consiglieri della quinta commissione che hanno dispostol’affidamento del minore a un istituto in attesa di ristabilire i diritti del genitore affidatario. A chiedere tali verifiche il capogruppo del Pdl Dario Bond e il consigliere padovano di Italia dei valori Antonino Pipitone. “Siamo in presenza di un intervento inaudito e traumatico – ha affermato Bond – avvenuto alla presenza di assistenti sociali e di medici pediatri dell’Ulss. Chiedo di verificare l’operato dei servizi sociosanitari e di accertare quali danni psicologici, emotivi e affettivi abbiano causato queste modalità di intervento nel ragazzino e nei suoi coetanei”. “Si tratta di una vicenda complessa e difficile, di aperto conflitto tra due genitori separati – ha aggiunto Pipitone, che conosceva già il caso – Ma, anche se l’allontanamento fosse stato disposto per il suo bene, Š intollerabile e inconcepibile che un minore sia trattato con simile violenza“.
Il Codacons condanna, tramite il suo presidente Carlo Rienzi, l’eccessiva presenza dei riflettori ai danni del bimbo: “La vicenda – afferma – avra’ conseguenze negative per il bambino e per la sua famiglia, e non solo sul piano psicologico. E chiediamo a questo punto: chi li risarcira’ dei pesanti danni subiti?“. Dello stesso parere sembra anche Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che afferma: ‘‘troppi media che hanno trasmesso il video senza preoccuparsi di rendere non identificabile il suo protagonista”. ”La comunicazione – premette Natale – puo’ avere una fondamentale funzione civile. Una donna angosciata riesce a documentare con un telefonino l’azione violenta e sconsiderata di alcuni agenti di polizia ai danni di un bambino, e l’informazione puo’ dare cosi’ il giusto, grande risalto ad una vicenda che appena pochi anni fa sarebbe stata messa a tacere”. ”Ma e’ violenza che si aggiunge alla violenza della polizia quella che sul bambino hanno compiuto i troppi media (non tutti, per fortuna e per senso di responsabilita’ deontologica) che hanno trasmesso il video senza preoccuparsi di rendere non identificabile il suo protagonista. Non c’era nessun bisogno di darne il nome, ne’ di far vedere il volto. Sarebbe stato sufficiente adottare pochi, elementari accorgimenti tecnici. La denuncia non avrebbe perso nulla della sua forza. Non se ne puo’ piu’ di un’informazione priva di senso del limite, che ogni volta deve fare sacrifici umani al dio spietato della spettacolarizzazione”.

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