Il Codacons condanna, tramite il suo presidente Carlo Rienzi, l’eccessiva presenza dei riflettori ai danni del bimbo: “La vicenda – afferma – avra’ conseguenze negative per il bambino e per la sua famiglia, e non solo sul piano psicologico. E chiediamo a questo punto: chi li risarcira’ dei pesanti danni subiti?“. Dello stesso parere sembra anche Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che afferma: ‘‘troppi media che hanno trasmesso il video senza preoccuparsi di rendere non identificabile il suo protagonista”. ”La comunicazione – premette Natale – puo’ avere una fondamentale funzione civile. Una donna angosciata riesce a documentare con un telefonino l’azione violenta e sconsiderata di alcuni agenti di polizia ai danni di un bambino, e l’informazione puo’ dare cosi’ il giusto, grande risalto ad una vicenda che appena pochi anni fa sarebbe stata messa a tacere”. ”Ma e’ violenza che si aggiunge alla violenza della polizia quella che sul bambino hanno compiuto i troppi media (non tutti, per fortuna e per senso di responsabilita’ deontologica) che hanno trasmesso il video senza preoccuparsi di rendere non identificabile il suo protagonista. Non c’era nessun bisogno di darne il nome, ne’ di far vedere il volto. Sarebbe stato sufficiente adottare pochi, elementari accorgimenti tecnici. La denuncia non avrebbe perso nulla della sua forza. Non se ne puo’ piu’ di un’informazione priva di senso del limite, che ogni volta deve fare sacrifici umani al dio spietato della spettacolarizzazione”.
Padova, tanto scalpore per il bimbo prelevato a scuola dalla polizia
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