Gli investigatori hanno fatto luce su una serie di falsi commessi dal funzionario infedele allo scopo di fare apparire come fantasmi, anche agli occhi del fisco, veicoli realmente esistenti e circolanti nella sua diretta disponibilità o in quella di congiunti. Il funzionario, grazie alla facilità con la quale poteva accedere al sistema informatico della banca dati della Motorizzazione civile, inseriva i dati identificativi dei veicoli, stampava la carta di circolazione e qualche istante più tardi cancellava quanto prima inserito.
Questo trucco gli avrebbe consentito per diverso tempo di utilizzare veicoli di grossa cilindrata (Suv o berline di lusso) senza pagare la tassa di proprietà, oltre al vantaggio di non essere identificato nei casi di infrazione al codice della strada con contestazione differita.