Regionali Sicilia, Giovanna Marano: “perchè fidarsi di Musumeci e Crocetta? Vi chiediamo il voto affinchè torni la sinistra”

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Chiediamo il voto ai siciliani perche’ noi non dobbiamo difendere equilibri politici ne’ di privilegio e di rendita politica con il passato. Noi vogliamo che il cuore di questa terra torni a pulsare a sinistra perche’ abbiamo davanti le macerie di chi ha vivisezionato questa isola senza saper esprimere la voglia di cambiamento. Oggi, la politica non ha un’anima, una predisposizione ad aiutare di chi e’ in difficolta’. La sanita’ e’ stata solo tagli e ticket, il lavoro non e’ stato tutelato“. Lo ha detto Giovanna Marano, candidata alla presidenza della Regione Siciliana, nel corso della manifestazione pubblica organizzata questa mattina da Italia dei Valori, al teatro Zappala’ di Palermo. “Perche’ i siciliani dovrebbero fidarsi di Crocetta, Musumeci e Micciche’ a prescindere da chi mettono in lista? Loro devono mandare una coalizione al governo con uomini che sono complici del degrado affaristico clientelare in un’isola distrutta, con cinque miliardi di buco in bilancio. La classe politica e’ sempre la stessa, Hanno governato tutti in questi ultimi dodici anni, dalla destra all’autonomia fasulla di Lombardo, al partito di Crocetta, che gli ha fatto il palo. Li ho incontrati tutti nelle vertenze di lavoro che ho seguito in questi anni. Mi dicevano scrivi un’interrogazione, un ordine del giorno, ma poi non succedeva mai nulla. Cosi’ hanno lavorato fino ad oggi all’Ars. Con la Fiat, i politici dicevano che c’era una soluzione, noi siamo stati gli unici a dire che non era cosi’. All’Ars ci sono stati i professionisti del consociativismo e oggi siamo al default, non perche’ abbiamo aiutato i lavoratori in difificolta’ ma perche’ il bilancio e’ stato usato per rispondere a esigenze clientelari“. “A proposito di tutela del lavoro, Crocetta, che ieri ha firmato per i referendum, dovra’ anche spiegare al suo partito e alla Camusso tale posizione, visto che sia il Pd che la Cgil hanno espresso contrarieta’ alla consultazione popolare“.

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