Messina: cinque indagati per il tragico incidente di Villafranca che costò la vita ad una donna e il figlio di 16 mesi

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Il 12 agosto dell’anno scorso sull’autostrada Messina-Palermo, all’altezza di Villafranca Tirrena, una Renault Laguna SW volò dal viadotto “Fiorentino”. Nell’impatto morirono la trentenne Giovanna De Salvo ed il figlioletto di 16 mesi Andrea D’Arrigo che era seduto sulle sue gambe della madre sul sedile posteriore. Per questo tragico incidente, on l’accusa di concorso in omicidio colposo, il sostituto procuratore Alessia Giorgianni ha inserendo cinque nomi nel registro degli indagati; l’ingegner Gaetano Sciacca (ex Commissario del CAS), l’ingegner Gaspare Sceusa (dirigente area tecnica di gestione del Consorzio), l’architetto Letterio Frisone (dirigente dei servizi di gestione), il geometra Carmelo Cigno responsabile di zona, e l’ex commissario straordinario del Cas Calogero Beringheli.

Dall’inchiesta non sono emerse invece, responsabilità per il 26enne di Spadafora, Davide Giorgianni, che quindi esce dalle indagini. Giorgianni – come spiega la Gazzetta del Sud – fu inserito nelle indagini preliminari in quanto conducente della Renault Clio che entrò in contatto con la Laguna, poi volata dal viadotto, sulla quale viaggiavano le due famiglie messinesi.

Secondo quanto ricostruito dalla Polstrada i due nuclei familiari avevano deciso di trascorrere il pomeriggio a Milazzo. Superato lo svincolo di Villafranca la Renault Laguna, sulla quale viaggiavano le due famiglie, si è toccata con la Clio. Dopo un testa coda l’auto ha sfondato il guard rail ed è caduta nel vuoto. Sul viadotto “Fiorentino”, infatti, le barriere protettive non erano state sostituite per essere rimpiazzate con quelle più moderne e resistenti. Nell’incidente morirono la 30enne Giovanna De Salvo ed il figlio Andrea di 16 mesi. Rimasero feriti il marito della donna, Fortunato D’Arrigo, che guidava la Renault Laguna, la coppia di coniugi che era in auto con loro e il figlio di 11 mesi. A quella tragedia sarebbe legata la spedizione punitiva del 10 febbraio scorso a Spadafora nel corso della quale fu ucciso il messinese Domenico Santapaola. A sparare, per legittima difesa, fu l’ex guardia giurata Francesco Giorgianni fratello di Davide l’uomo che nell’incidente era alla guida della Clio. Secondo l’accusa Santapaola, con altri due complici poi arrestati dai Carabinieri, avrebbero organizzato un agguato per far pagare a Davide Giorgianni la morte di Giovanna De Salvo e del suo bambino.

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