Dall’inchiesta non sono emerse invece, responsabilità per il 26enne di Spadafora, Davide Giorgianni, che quindi esce dalle indagini. Giorgianni – come spiega la Gazzetta del Sud – fu inserito nelle indagini preliminari in quanto conducente della Renault Clio che entrò in contatto con la Laguna, poi volata dal viadotto, sulla quale viaggiavano le due famiglie messinesi.
Secondo quanto ricostruito dalla Polstrada i due nuclei familiari avevano deciso di trascorrere il pomeriggio a Milazzo. Superato lo svincolo di Villafranca la Renault Laguna, sulla quale viaggiavano le due famiglie, si è toccata con la Clio. Dopo un testa coda l’auto ha sfondato il guard rail ed è caduta nel vuoto. Sul viadotto “Fiorentino”, infatti, le barriere protettive non erano state sostituite per essere rimpiazzate con quelle più moderne e resistenti. Nell’incidente morirono la 30enne Giovanna De Salvo ed il figlio Andrea di 16 mesi. Rimasero feriti il marito della donna, Fortunato D’Arrigo, che guidava la Renault Laguna, la coppia di coniugi che era in auto con loro e il figlio di 11 mesi. A quella tragedia sarebbe legata la spedizione punitiva del 10 febbraio scorso a Spadafora nel corso della quale fu ucciso il messinese Domenico Santapaola. A sparare, per legittima difesa, fu l’ex guardia giurata Francesco Giorgianni fratello di Davide l’uomo che nell’incidente era alla guida della Clio. Secondo l’accusa Santapaola, con altri due complici poi arrestati dai Carabinieri, avrebbero organizzato un agguato per far pagare a Davide Giorgianni la morte di Giovanna De Salvo e del suo bambino.