Messina, Atm: Natale senza stipendi per 600 famiglie. Proclamato lo stato di agitazione

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Negli ultimi tempi, purtroppo, per i dipendenti Atm la parola stipendio fa rima con “arretrato”. A conti fatti sono due e mezzo le mensilità in arretrato, più la tredicesima. I lavoratori dell’azienda pubblica di trasporti messinese, si chiedono quando vedranno questi soldi.

Come per i dipendenti delle cooperative sociali e per quelli di Messinambiente, anche per i lavoratori dell’Atm si preannuncia un Natale amaro. Sembra solo una frase fatta, ma per ben 600 famiglie, quest’anno sotto l’albero potrebbe non esserci alcun regalo da scartare. Dal Comune non trapela nessuna notizia ufficiale sul pagamento delle retribuzioni dicono oggi i rappresentanti sindacali di Orsa, Ugl, Uil e Cub. “In mancanza di qualsivoglia comunicazione da parte del commissario dell’Atm – scrivono i sindacati – abbiamo preteso e ottenuto un incontro con il direttore dell’azienda, Claudio Conte, che ha verbalizzato alla presenza delle sigle sindacali una situazione disastrosa che non permette di prevedere nulla di buono. Non vi è allo stato attuale alcuna previsione di saldo delle spettanze e a rischio è la stessa tredicesima”.

Non manca una critica nei confronti del Commissario Santi Alligo. “Chiediamo – continuano i sindacati – un urgente incontro con il Commissario Alligo per comprendere quali prospettive vi possano essere a breve termine circa il pagamento degli stipendi e stigmatizziamo la continua assenza e la sua lontananza dall’azienda in una fase di forte criticità”. Inoltre i sindacati chiedono che l’incontro di cui si era parlato ormai più di un mese fa tra Comune e Regione, possa avvenire in tempi brevissimi.

Ad oggi, si spera in qualcosa in più proprio da parte della Regione, dal momento che adesso l’assessore ai Trasporti è messinese. Ci auguriamo, dunque, un reale cambio di rotta nei rapporti tra Comune e Regione data la conflittualità politica degli ultimi tempi che ha aggravato la precaria situazione di un’azienda trasporti che già era al collasso. Nel frattempo, alla luce dei fatti evidenziati, sindacati e dipendenti hanno proclamato lo stato di agitazione.

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