Un incubo, per la ragazza, iniziato nel novembre 2006 e concluso nel gennaio seguente, quando la giovane, licenziata perché si ribellava alle avances del “boss”, passò al contrattacco denunciandolo. Ma Alibrandi fu accusato anche di estorsione, come si evince dall’imputazione: “al fine di ottenere un ingiusto profitto con pari danno per la persona offesa, la costringeva a non insistere nelle proprie richieste di corresponsione degli emolumenti a lei dovuti, lasciandole intendere che ciò era collegato al suo diniego di avere rapporti sessuali con lui, minacciandola di schiacciarle la testa come un verme e farle passare guai”.
Messina: violenza sessuale ed estorsione, condannato titolare di un call center
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