Barcellona Pozzo di Gotto, omicidio Perdichizzi: indagini a ritmo serrato

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La vittima Giovanni Perdichizzi

Giovanni Perdichizzi, 41 anni, detto “u spinaciu”,  considerato elemento carismatico e uno dei più grossi emergenti della mafia del Longano, sarebbe stato ucciso con due colpi di fucile a canne mozze caricato a pallettoni. I colpi hanno centrato la vittima alla schiena e alla nuca. L’omicidio si è consumato alle 19.20, all’interno del Bar Jolly, in via dei Vespri 173, nei pressi di Piazza Convento, nel quartiere di Sant’Antonino a Barcellona Pozzo di Gotto, località in provincia di Messina. Secondo le prime informazioni i killer, che presumibilmente seguivano da prima la vittima, sarebbero stati due, arrivati sul posto in sella ad uno scooter e con il volto coperto dai caschi. Perdichizzi è stato freddato a pochi centimetri dalla porta d’ingresso del locale, stramazzando al suolo in una vistosa pozza di sangue, decedendo in pochi istanti. I due killer sarebbero quindi fuggiti a bordo dello scooter lungo la via Vespri. La zona, cosi come il sopra citato bar, al momento dell’omicidio erano particolarmente affollati, anche per la vicina rappresentazione del presepe vivente. Nonostante ciò, però, allo stato attuale non ci sarebbero testimoni. Le indagini sono coordinate dal sostituto Procuratore Giuseppe Verzera della Dda di Messina, insieme al collega di Barcellona Pozzo di Gotto Giorgio Nicola e agli uomini dei Carabinieri e della Polizia.  Gli inquirenti non si sbilanciano, starebbero vagliando la pista del regolamento dei conti, quello di Perdichizzi è infatti un passato con diverse ombre. A chiarire alcuni particolari ancora oscuri sarà l’autopsia che verrà eseguita nella giornata di domani.  Sono in corso anche numerosi posti di blocco e interrogatori per cercare di risalire ai responsabili dell’agguato.

PERDICHIZZI E I PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA – Sul conto di Perdichizzi risultano una condanna per autocalunnia risalente al 1991. Era stato sottoposto per due volte alla misura di prevenzione dell’Avviso Orale nel 1995 e nel 2002. Nel 1994 era stato arrestato nell’operazione antimafia “Mare Nostrum”, scarcerato dopo due mesi, è prosciolto in udienza preliminare. Nel dicembre del 2011 era stato destinatario di una ordinanza di misura cautelare personale coercitiva emessa per il reato di detenzione e porto illegale di arma da fuoco in concorso. Nell’ambito dello stesso procedimento penale Perdichizzi rispose anche dei reati di tentata estorsione e danneggiamento aggravato. Perdichizzi fu ritenuto il mandante dell’attentato commesso nei confronti di Giuliano Gentile, direttore di supermercati Sigma. Il proprio fuoristrada fu colpito con colpi d’arma da fuoco, sparati da Santo Alesci, finito in manette un paio di settimane dopo. Il movente dell’attentato fu individuato nella volontà del Perdichizzi– il quale risultava essere un dipendente della catena di supermercati– di mantenere il controllo sulla società datrice di lavoro attraverso l’interferenza nelle assunzioni di personale e nella erogazione degli stipendi. Nel febbraio scorso fu rimesso in libertà per insussistenza di indizi di colpevolezza.

Quello di Perdichizzi è il secondo omicidio in poco meno di un mese a Barcellona Pozzo di Gotto, l’ultimo  quello di Giovanni Isgrò ucciso all’interno di una salone da barba.

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