La parte d’indagine su cui è stato chiesto il rinvio a giudizio invece riguarda altri funzionari e dirigenti della Regione Calabria. Rischiano il processo: l’ex direttore generale dell’assessorato all’Ambiente, Giuseppe Graziano, 51 anni, di Longobucco, all’epoca presidente del Nucleo Via; il funzionario regionale Salvatore Antonio Caruso, 54 anni, di Cassano, e il componente del Nucleo Via, Egidio Michele Pastore, 62, di Rende; gli imprenditori Mauro Nucaro e Mario Lo Po; Mario Cosentini, e Michele Cosentini, Ernesto Cosenza, Leonardo Splendido, Ilario Monteleone, Salvatore Patamia, Pier Paolo Bonanno, Salvatore Curcio, Vincenzo Iacovino, Vittoria Imeneo, Giovanni Misasi, Annamaria Ranieri, Raffaele Suppa, Domenico Vasta, Massimo Zicarelli.
Tale inchiesta affonda le origini nel 2006 ed è partita da Paola, passando poi per Cosenza per competenza territoriale e infine a Catanzaro, dal momento che i presunti reati sarebbero stati commessi qui. L’inchiesta, sottoposta all’attenzione del sostituto procuratore Carlo Villani, è sfociata quindi, dopo un lungo lavoro, nel provvedimento di conclusione delle indagini per due filoni. In seguito si sono aggiunti altri due filoni di indagine: uno alla Procura di Cosenza e uno per l’archiviazione delle accuse ipotizzate nei confronti di diciassette persone, tra le quali l’ex presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e l’ex assessore regionale all’Ambiente, Diego Tommasi.
Catanzaro, inchiesta “Eolo”: rinvio a giudizio per 20 persone
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