Sanità, l’incredibile paradosso del sud: 11 medici ogni 10 posti letto, circa il doppio che al nord

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Paradosso al Sud. Nelle Regioni con i conti della sanita’ piu’ in rosso il rapporto tra medici e posti letto mostra delle “incongruenze evidenti” e il confronto con le regioni del Nord e’ impietoso: si passa da circa 6 medici ogni 10 posti letto effettivi in Friuli Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento e Marche, ai 12 camici bianchi ogni dieci posti letto in Sicilia; 11,8 in Basilicata; 11,1 in Calabria. E non va meglio il Lazio, con 11,3 medici ogni 10 posti letto. E’ quanto emerge dalla relazione conclusiva sull’attivita’ svolta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari, presentata oggi a Roma. “In sostanza – spiega la Commissione nella sua relazione – in base ai questionari pervenuti, la Sicilia sembra evidenziare un numero di dipendenti medici, ogni dieci posti letto effettivi, pari al doppio di quelli presenti in Friuli, nella provincia di Trento e nelle Marche”. Presentano invece valori vicini alla media nazionale (otto medici per dieci posti letto) la Toscana, l’Emilia Romagna e l’Abruzzo. “E’ chiaro che, se per far funzionare lo stesso numero di posti letto ci sono realta’ regionali che utilizzano risorse umane doppie, cio’ non potra’ che far lievitare in maniera esorbitante la spesa sanitaria senza aggiungere niente ad appropriatezza ed efficacia delle cure”, dichiara in merito il presidente della Commissione, Antonio Palagiano. “Emerge evidente anche da questo dato – prosegue – lo scarto regionale tra Nord e Sud, che parla di un Paese diviso da una sanita’ ancora disomogenea. Un’Italia federale non puo’ essere un’Italia che vede garantito il diritto alla tutela della salute in modo diverso da Regione a Regione. Di fronte alle sfide che il federalismo ci prospetta, il primo, imprescindibile, punto da cui partire, e’ la necessita’ di garantire ad ogni cittadino italiano, pari accesso alle cure”.

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