Il nuovo anno si srotola come un tappeto fatto di centinaia di interrogativi sul futuro di Reggio e della Calabria. Troppi e complicati sono i problemi da risolvere: dissesto, sanità, occupazione e chi più ne ha più ne metta. Eppure, osservando i risultati ottenuti dal Pdl degli ultimi anni, si ravvisa un evidente parallelismo gestionale tra il quadro politico nazionale, regionale e locale. Se si esclude l’epitaffio posto da Monti sulla “salute sociale” durante il suo mandato, il Pdl nella sua lunga politica amministrativa ha lasciato ben poco di concreto. Si badi bene, non si parla né di opere, né di progettualità. La vera concretezza del risultato politico va messa in rapporto alla percezione che i cittadini hanno nella loro quotidianità di beni e servizi. Nel 2008, probabilmente le aspettative occupazionali, economiche e di riassetto sanitario erano altre. Con l’albeggiare del 2013, i cittadini hanno tirato le somme. Chiaramente, la politica nazionale ha avuto degli evidenti riflessi sul territorio. Non si potrebbe neanche giudicare la situazione politica locale senza inserirla nel contesto nazionale. Ovviamente, la crisi globale non ha fatto altro che disarmare la politica locale di fronte ai nuovi disagi, ma questa non può, e non deve, essere l’ancora di salvataggio di una lunga e deludente amministrazione nazionale e locale. Sappiamo bene, infatti, che centinaia di milioni di euro sono stati “sottratti” a piacimento nei meandri della macchina pubblica. Ora che le elezioni politiche si avvicinano, sarà curioso e divertente conoscere le promesse, soprattutto sul nostro territorio, che la politica “trasversale” è pronta a propinarci in cambio di un tozzo di pane. In fondo, lo schema sembra essere identico ogni volta. Prima fase, annichilire una larga fascia di popolazione per lungo tempo. Seconda fase, elargire promesse e “caramelle” in cambio di voti. Ed il gioco continua…..
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