Messina, la ricetta del commissario Croce: tagli alle spese e servizi più cari per uscire dal tunnel

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palazzo zancaA fine dicembre il commissario straordinario Luigi Croce aveva annunciato che per evitare il dissesto tutti cittadini sarebbero stati chiamati ad affrontare una stagione di lacrime e sangue. Adesso che le “riflessioni e proposte” su come risollevare le casse di Palazzo Zanca sono state impresse nero su bianco le perplessità aumentano. Il lungo documento di quasi 30 pagine (che andrà votato lunedì 11 febbraio) predisposto dagli esperti del commissario Croce; Nino Dalmazio, Luigi Saccà, Paolo Tomasello e Luigi Montalbano, cerca di offrire le prime indicazioni su eventuali emendamenti da apportare al piano decennale di riequilibrio economico-finanziario.

Si tratta di una serie di indicazioni – di fatto il documento è solo una dichiarazione d’intenti e non un atto esecutivo – su cosa e come intervenire, analizzando entrate ed luigi croceuscite del Comune per un lasso di tempo che va ben oltre la scadenza del mandato del commissario straordinario. Il tutto si regge dando per scontato i finanziamenti di Stato e Regione che dovrebbero portare nelle casse circa 100 milioni di euro (da restituire in 10 e 5 anni). In caso contrario il Comune sarebbe praticamente costretto a dichiarare il dissesto. Il motto è stringere la cinghia, aggredire gli sprechi, e ridurre i costi: spese telefoniche, spese di rappresentanza, spese di energia, e spese per hardware e software. Dismettere le partecipazioni azionarie tranne quelle di Amam, Messinambiente e Ato3, e riuscire ad accertare i pregressi di Tarsu,  Ici e Imu inevasi o non pagati.

Al di là della spendig review, la parola chiave del documento di Croce è batter cassa, in quanto senza poter creare maggiori entrate difficilmente si potrà salvare il futuro del bilancio comunale. Da qui cominciano i dolori per i cittadini, infatti, secondo Croce vanno aumentati del 100% i canoni per la concessione dei passi carrabili e della Cosap festività, ancora del 100 % i prezzi di tutti i gratta e sosta; fino al 70% l’imposta sulla pubblicità; del 50 % la fornitura dell’acqua (previo accordo con l’Amam).

Ma l’iniziativa che suscita più scetticismo (per usare un eufemismo) è l’idea raddoppiare il prezzo dei biglietti Atm fino a 2,50 € per la corsa semplice. Il servizio trasporto cittadino,biglietto atm ovvero l’esempio lampante di un servizio che non c’è, secondo i piani di Croce e i suoi tecnici dovrebbe essere pagato a peso d’oro! La decisione assume un valore ancor più paradossale se si pensa che questa iniziativa è stata concepita per incentivare l’uso del mezzo pubblico e realizzare un significativo decongestionamento del traffico cittadino. Come? Agevolando gli abbonamenti. Bene, ci potrebbe anche stare, ma come si fa a chiedere ai cittadini di sborsare il 100% in più sul prezzo di una sola corsa a dispetto di un servizio di bus e tram ridotto ai minimi termini!?!

Magari negli anni, adottando queste rigorose misure, le casse di Palazzo Zanca potrebbero risanarsi. Ma sarebbe giusto scaricare sui messinesi le conseguenze di tutte quelle amministrazioni che negli anni si sono ingrassate, ed hanno gestito (si far per dire), la città fino all’orlo del collasso? Senza dubbio è necessario un cambio di rotta che vorrà dire anche sacrificio, ma i primi a pagare non possono, e non devono, essere i cittadini. Se cambiamento ci sarà, il primo impegno di virtuosismo dovrebbe essere del Palazzo.

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