Messina, Le Iene tornano a parlare della Parentopoli Universitaria. Telecamere puntate su Veterinaria

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Anche nella puntata di ieri sera l’attenzione del pubblico della seguitissima trasmissione televisiva di Italia 1 si è concentrata sulla Parentopoli dell’Università di Messina. La scorsa settimana si era già parlato dell’Ateneo Messinese. Pochi giorni dopo il servizio arriva la condanna in primo grado a tre anni e sei mesi per il Rettore, Franco Tomasello, per concussione e abuso d’ufficio, considerato colpevole per aver tentato di alterare il risultato del concorso per l’accesso alla Facoltà di Veterinaria.
E ieri sera le telecamere delle Iene ci hanno portato proprio nei corridoi di questa facoltà. Qui l’inviato Pablo Trincia ha incontrato Francesco Macrì, ricercatore e figlio dell’allora preside di Facoltà, Battesimo Macrì, condannato  a 5 anni e 4 mesi, il quale a sua volta avrebbe tentato di influenzare la commissione per far promuovere il figlio come docente ordinario. “Lasciamo decidere alla magistratura” risponde Macrì padre al microfono di Trincia.La questione è stata denunciata dal professor Giuseppe Cucinotta.

Le Iene hanno poi mostrato quali sono i cognomi più ricorrenti nell’Università di Messina. Germanà e Chiofalo, nella stessa facoltà di Veterinaria, sono cognomi molto frequenti. E poi a Giurisprudenza nel dipartimento in cui insegna Raffaele Tommasini, professore di diritto privato è presente anche la figlia, l’altra lavora nel dipartimento di Economia. E poi Berlingò, Tigano, Giuffrida, nomi di professori i cui figli hanno un impiego stabile all’Università di Messina. Non è esclusa Medicina, dove insegnano i due figli di Mario Teti, ex ordinario di microbiologia. E, fanno notare ancora Le Iene, anche alla Facoltà di Lettere e Filosofia, il rettore Tomasello ha un figlio che è professore associato. Durante il servizio alla Facoltà di Veterinaria, l’inviato fa notare al professore Chiofalo come l’Università di Messina abbia adottato un codice etico che dovrebbe impedire ai figli di professori di insegnare nello stesso settore. “Ma io cosa ci posso fare: lei deve leggere i numeri sulla produttività” ribatte Chiofalo. “Gli studenti non sono stufi di questa situazione?” chiede Pablo Trincia. “Assolutamente no” risponde ancora il professore.
Ci rode e ci infastidisce, perché magari persone che invece meritano non possono continuare la propria carriera universitaria” risponde una voce tra gli studenti beccati dalle telecamere nei corridoi della facoltà.E un altro dice ancora: “Paghiamo le conseguenze di concorsi bloccati”.

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