Il presidente della regione Rosario Crocetta è giunto ieri sera a Messina per presentare i propri candidati al Senato della Repubblica alle prossime elezioni del 24 e 25 febbraio, Giuseppe Lumia, Antonio Presti, Giuseppe Antonaci e Laura Pulejo, del Movimento il “Megafono”. Il governatore siciliano viene accolto da un Teatro Vittorio Emanuele stracolmo in ogni settore. Proprio il Vittorio Emanuele è stato scelto come sede dell’incontro in quanto rappresenta uno dei luoghi simbolo delle tante vertenze messinesi. Sul palco insieme al presidente c’erano i componenti della banda musicale, con i professori d’orchestra che chiedono di essere stabilizzati e di essere pagati con regolarità. Tra la folla vi erano anche i lavoratori dell’Ato2, i lavoratori dei Servizi sociali, della Triscele, dell’Atm e della Sicilia Limoni. Un insieme di drammi occupazionali e di lavoratori sull’orlo della disperazione che credono e sperano nella “rivoluzione” del governatore Crocetta.
Il simbolo del movimento della lista Crocetta al Senato è appunto il Megafono, che il presidente della Regione definisce “strumento collettivo”. Una sorta di amplificatore dei siciliani. “Se ci saranno milioni di siciliani – spiega Crocetta – ad urlare insieme a me al megafono per protestare contro l’amministrazione che in questi anni ha messo in ginocchio la nostra terra possiamo fare rivoluzione”. L’inizio del suo intervento viene preceduto dalle parole del segretario generale della Slc-Cgil di Messina, nonché rappresentante sindacale degli orchestrali del Teatro, Giuseppe Di Guardo, che da mesi si batte per chiedere le dimissioni del Cda dell’Ente Teatro: “per lo stato in cui versa oggi il Teatro Vittorio Emanuele, gli orchestrali e i suoi dipendenti, non si può dar colpa alla Regione per non aver concesso i fondi necessari quando non si è riusciti a portare a termine la normale amministrazione”.
Nel suo lungo discorso, durato quasi un’ora, il presidente Rosario Crocetta ha snocciolato diversi temi riguardanti la Sicilia e in particolare Messina; “non c’è siciliano che non conosca Messina, chiunque almeno una volta nella vita è dovuto passare da qui. Negli ultimi tempi mi capita di venire spesso in questa città ma con molta sofferenza. E’ la sofferenza che mi trasmettono quei tanti cittadini che non ce la fanno più. Messina era una delle città più produttive d’Italia, questa terra ha un fascino che in Europa solo Istanbul può vantare, per non parlare delle infinite potenzialità economiche di questo porto. In questi anni l’azione malevole dell’uomo ha creato dei danni enormi; i disastri di Saponara, e di Giampilieri non sono calamità naturali sono disastri causati dal malaffare! Le vittime di Giampilieri sono paragonabili alle vittime della mafia, in quanto vittime di un modo scellerato della gestione del territorio”. Crocetta parla anche dei suoi ultimi provvedimenti riguardanti il Cas: “abbiamo allontanato alcune aziende in odore di mafia ed abbiamo avviato la nostra politica di lotta agli sprechi. Due imprese mafiose sono state cacciate in questi giorni. Dovevamo arrivare noi per farlo? Perché in tutti questi anni non si è indagato sul Cas? Da solo questo ente potrebbe da solo fruttare 100mln di euro l’anno alle casse della Regione, ed invece è teatro di sprechi e clientelismi. Abbiamo appena cominciato la nostra rivoluzione, non ci fermeremo qui”.
Sul tema della formazione, uno scandalo che ha coinvolto in primo luogo la città di Messina con le vicende giudiziarie riguardanti l’ex assessore alla viabilità Capone, e le indagini di Report su l’Aram (quindi riguardanti Rinaldi e Genovese) il presidente Crocetta spiega: “quando ho deciso il trasferimento dei funzionari degli enti di formazione ci è stato detto, così bloccate la lavorazione. Ma se ci sono operatori della formazione che non prendono stipendi da 20 mesi, quale sistema deve fermarsi, un sistema già inceppato?”.
Crocetta torna anche sul tema dell’alta velocità delle reti ferroviarie siciliane – tema rispolverato in seguito alla recenti dichiarazioni del’Ad delle Fs Moretti – e dichiara che entro metà febbraio l’alta velocità non sarà solo una chimera. Ci vorranno degli anni prima che la rete che colleghi Messina, Catania e Palermo diventi operativa ed efficiente al cento per cento, ma il Presidente sottolinea come sia importante dare vita al progetto per poter continuare a lavorare in futuro e per il futuro. “Il lavoro che noi facciamo oggi deve essere proiettato tra altri dieci anni – aggiunge Crocetta – per dare un futuro ai giovani, ai nostri figli. E’ di qst che deve occuparsi la politica. Immagino una politica che abbia un linguaggio semplice, ovvero politica come donazione, come servizio destinato ai cittadini.”
Salutato da applausi scroscianti, Crocetta conclude il suo discorso parlando della sua idea di fare politica. “Se la politica non si interessa dell’essere umano di cosa si occupa? La buona politica si occupa della gente. Per la gente e con la gente noi ripartiremo. La nostra rivoluzione sarà demolire e ricostruire. Dobbiamo demolire e ricostruire insieme, il concetto fondamentale è lavorare pensando al futuro”.