Il simbolo del movimento della lista Crocetta al Senato è appunto il Megafono, che il presidente della Regione definisce “strumento collettivo”. Una sorta di amplificatore dei siciliani. “Se ci saranno milioni di siciliani – spiega Crocetta – ad urlare insieme a me al megafono per protestare contro l’amministrazione che in questi anni ha messo in ginocchio la nostra terra possiamo fare rivoluzione”. L’inizio del suo intervento viene preceduto dalle parole del segretario generale della Slc-Cgil di Messina, nonché rappresentante sindacale degli orchestrali del Teatro, Giuseppe Di Guardo, che da mesi si batte per chiedere le dimissioni del Cda dell’Ente Teatro: “per lo stato in cui versa oggi il Teatro Vittorio Emanuele, gli orchestrali e i suoi dipendenti, non si può dar colpa alla Regione per non aver concesso i fondi necessari quando non si è riusciti a portare a termine la normale amministrazione”.
Nel suo lungo discorso, durato quasi un’ora, il presidente Rosario Crocetta ha snocciolato diversi temi riguardanti la Sicilia e in particolare Messina; “non c’è siciliano che non conosca Messina, chiunque almeno una volta nella vita è dovuto passare da qui. Negli ultimi tempi mi capita di venire spesso in questa città ma con molta sofferenza. E’ la sofferenza che mi trasmettono
Sul tema della formazione, uno scandalo che ha coinvolto in primo luogo la città di Messina con le vicende giudiziarie riguardanti l’ex assessore alla viabilità Capone, e le indagini di Report su l’Aram (quindi riguardanti Rinaldi e Genovese) il presidente Crocetta spiega: “quando ho deciso il trasferimento dei funzionari degli enti di formazione ci è stato detto, così bloccate la lavorazione. Ma se ci sono operatori della formazione che non prendono stipendi da 20 mesi, quale sistema deve fermarsi, un sistema già inceppato?”.
Crocetta torna anche sul tema dell’alta velocità delle reti ferroviarie siciliane – tema rispolverato in seguito alla recenti dichiarazioni del’Ad delle Fs Moretti – e dichiara che entro metà febbraio l’alta velocità non sarà solo una chimera. Ci vorranno degli anni prima che la rete che colleghi Messina, Catania e Palermo diventi operativa ed efficiente al cento per cento, ma il Presidente sottolinea come sia importante dare vita al progetto per poter continuare a lavorare in futuro e per il futuro. “Il lavoro che noi facciamo oggi deve essere proiettato tra altri dieci anni – aggiunge Crocetta – per dare un futuro ai giovani, ai nostri figli. E’ di qst che deve occuparsi la politica. Immagino una politica che abbia un linguaggio semplice, ovvero politica come donazione, come servizio destinato ai cittadini.”
Salutato da applausi scroscianti, Crocetta conclude il suo discorso parlando della sua idea di fare politica. “Se la politica non si interessa dell’essere umano di cosa si occupa? La buona politica si occupa della gente. Per la gente e con la gente noi ripartiremo. La nostra rivoluzione sarà demolire e ricostruire. Dobbiamo demolire e ricostruire insieme, il concetto fondamentale è lavorare pensando al futuro”.