Migranti Rosarno, completato il trasferimento nella “nuova” tendopoli. StrettoWeb intervista in esclusiva alcuni migranti

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E’ stato completato ieri mattina, il trasferimento dei migranti dalla “vecchia” alla “nuova” tendopoli, sita a circa trecento metri dalla precedente. La nuova dimora, per gli oltre mille migranti, che sorge a qualche centinaio di metri da sito dove dovrebbe nascere un rigassificatore, è stata allestita dalla Prefettura di Reggio Calabria attraverso la Protezione civile e con il contributo dell’ente di Palazzo Foti. Sono stati approntati sia il “pavimento”, sia i collegamenti fognari con i bagni chimici, mentre la corrente elettrica, utile per il riscaldamento delle tende, è stata pagata grazie all’interessamento di Don Pino De Masi, referente di Libera in Calabria e vicario della diocesi Oppido-Palmi. Il trasferimento, senza un criterio ben definito, è stato rallentato dal rifiuto dei migranti stagionali, a pagare circa 25-30 euro mensili per i servizi essenziali (gestione campo, cibo). I lavoratori stagionali credono nell’autogestione. Un migrante africano ci dice ” possiamo tranquillamente badare a noi stessi, comprando il cibo e cucinarlo. Siamo persone normali- aggiunge- che sono qui per lavorare, non vogliamo l’assistenzialismo ma solo aiuto per vivere in maniera civile”. Un altro migrante ci dice ” speriamo ch il nuovo posto sia migliore di quello che lasciamo. Non c’è lavoro e siamo in netta difficoltà. Speriamo- conclude- che qualcuno ci aiuti”. La vecchia” tendopoli era divisa in due: una parte “ufficiale”, con le tende approntate dalla Protezione Civile, ed un altra “ufficiosa”, baracche costruite con materiali di fortuna perchè la richiesta di posti letto era divenuta enorme. Un migrante maghrebino si avvicina e dice “speriamo che il posto dove andremo sarà più accogliente e che, soprattutto, ci sarà posto per tutti i nostri fratelli”. Intanto, si vedono i lavoratori stranieri, in fila, per entrare nella tendopoli allestita da alcuni giorni, scortati dalle forze dell’ordine: in molti con valigie improvvisate si porta i propri averi nella “nuova” casa, altri sperano di trovare un tetto, altri si lamentano della lentezza dei lavori, altri ancora vorrebbero lavorare ma il lavoro è poco, altri sono senza scarpe perchè “si sono rotte mentre lavoravo”. Si chiude, forse, una vicenda ed una crisi che si protrae da tempo. La nuova tendopoli rimarrà aperta fino alla fine del mese di giugno.

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