Barcellona P.G, continua il botta e risposta tra il Circolo Corda Frates e il sindaco Collica

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Sono trascorse oltre due settimane dalla pubblicazione, sul quotidiano “La Repubblica, di un pezzo, firmato dalla giornalista Alessandra Zinniti, sulla città di Barcellona Pozzo di Gotto, passata negli anni agli onori della cronaca per fatti di sangue e arresti eccellenti, tanto da essere paragonata la “nuova Corleone” della Sicilia. Un pezzo che, dal giorno della pubblicazione, sta scatenando diverse reazioni nella città del Longano. Reazioni in particolare si sono registrate da parte del direttivo del Circolo Corda Frates che, nel pezzo di Zinniti, viene descritto con un luogo del malaffare, crocevia tra mafia e massoneria. Il circolo, sentitosi tirato in ballo, si è rivolto, tramite manifesto pubblicato in diversi angoli della città, direttamente al sindaco Maria Teresa Collica, anch’essa tirata in ballo nel pezzo di “La Repubblica”. Di seguito pubblichiamo integralmente il testo redatto dalla Corda Frates lo scorso 15 Marzo e apparso in città.

“Distinta d.ssa Collica, anche Lei, riteniamo, avrà letto l’articolo (a firma di Alessandra Ziniti) apparso il 9 marzo 2013 nella pagina regionale de “La Repubblica”, dove, in esordio, la nostra città viene definita la “nuova Corleone” della Sicilia.
Naturalmente tocca a Lei smentire od asseverare (col Suo silenzio) siffatta gravissima asserzione, perché è Lei che rappresenta la stragrande maggioranza di questa gente, laboriosa ed onesta, pur se condannata ad una dolente precarietà, la prima ad inorridirsi per la criminale recrudescenza di delitti perpetrati nella nostra Città.
Ma è il prosieguo di quell’articolo che ci coinvolge direttamente, laddove la Corda Fratres viene descritta come un luogo di malaffare, crocevia tra massoneria e mafia, per cui la Sua stessa immagine ha “rischiato di rimanere inquinata” per la “vicinanza” ad un Circolo di tal fatta. 
Su questo, nonostante le farisaiche lusinghe riservatele dal giornale, Lei ha il dovere morale di intervenire, per difendere in primo luogo se stessa, la Sua famiglia, e la dignità di tanti illustri concittadini che hanno fondato nel 1944 quella Associazione, e dei tanti che, nonostante un coacervo di quotidiane falsità, continuano dignitosamente a frequentarla.
Così, non le verrà complicato rammentare al giornale che:  la Sua non è stata una semplice “vicinanza” alla Corda Fratres, tenuto conto che, assieme a Suo marito, ne è stata socia per ben 12 anni (dal 1999 al 2011);
    della Corda Fratres Lei è stata dirigente per 7 anni (dal 1999 al 2006);
    per lo stesso periodo, è stato dirigente anche uno dei Suoi assessori, animatore del gruppo giovanile e socio attuale;
    co-fondatore dell’associazione è stato il padre di un altro Suo assessore, socio sino alla morte, fonte di inesauribili iniziative e legatissimo a noi tutti;
    anche Suo padre ne è stato quotidiano frequentatore per oltre un ventennio;
    e ne è stato socio per circa 10 anni (dal 1981 al 1990) anche il prof. Gino Manca, papà di Attilio e di Gianluca;
    Lei stessa, assieme ad un gruppo redazionale, si è occupata della nostra rivista “La Corda Fratres”, voce ufficiale del Circolo, di cui, per un certo periodo, è stato direttore l’attuale corrispondente da Barcellona della Gazzetta del Sud;
    la stele in memoria di Beppe Alfano, è dovuta all’iniziativa della Corda Fratres, e l’iscrizione che vi si legge è opera di uno dei suoi soci più stimati, l’avv. Carmelo Bilardo. Auspichiamo che Ella impedirà che qualche familiare dell’Alfano, appreso ciò, pretenda di toglierla via;
    è stata  la Corda Fratres a diffondere in Sicilia la storia della Shoah;
    mai l’avv. Rosario Cattafi è stato socio della Corda Fratres, e, quindi, non ha potuto mai “animare” né la Sua, né le “sedute” degli altri soci, circostanza, questa, che Lei, certo, non ignora;
    in 12 anni, Lei ha avuto modo di conoscere nome, cognome e vicende di tutti i soci passati e presenti del circolo;
    nel 2004, assieme al dott. Nino Sottile, Lei ha curato la pubblicazione di un ponderoso volume documentaristico in occasione dei sessant’anni della fondazione, creando una compagine di prefattori alle varie sezioni di uomini di cultura davvero eccezionali, che hanno evidenziato il ruolo esclusivo, assunto per decenni dalla Corda Fratres, nel campo della cultura della solidarietà e della legalità, con manifestazioni di altissimo livello, alcune di eco anche internazionale.

Siamo certi che questa verità, Lei la vorrà definitivamente ristabilire e difendere.
Escludiamo che la lingua, e le quotidiane e ben remunerate elucubrazioni di chicchessia, possano prevalere sui sentimenti e sulle amicizie che, in 12 anni di Corda Fratres, avranno pur lasciato un solco di ricordi gradevoli nel Suo animo, e, con essi, l’inestinguibile esigenza di non consentire ulteriormente l’oltraggio ad un Circolo che ha fatto la storia di Barcellona, oltre che ad una quota rilevante della Sua stessa esistenza” . f.to Antonio De Trovato, Presidente Corda Fratres.”

Ieri, durante  la manifestazione organizzata nella sala Convegni Oasi dall’Associazione Rita Atria e dal Movimento Città Aperta, nella giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia, non è tardata ad arrivare la replica del primo cittadino barcellonese. “Mi permetto un breve intervento sulla Corda Frates -dichiara il sindaco –. Ho riflettuto tanto se valeva o meno replicare alle accuse apparse sul manifesto, tanto da pensare che il silenzio poteva essere strumentalizzato, dunque, come fatto tante volte, oggi (ieri ndr), ribadisco la mia idea sulla Corda Frates. Come sanno bene i loro attivisti, io nel 2006 decisi di allontanarmi dal Circolo. Tale decisione fu dettata dal fatto che, in quel particolare periodo, uscirono una serie di verità che riguardavano il promotore, l’animatore principale del Circolo. Fu allora che io presi la scelta di andarmene. I fatti che si sono verificati dopo, purtroppo, hanno dato conferma di quella scelta, fatta ancora in un momento di mera opportunità. Io dico che la Corda Frates doveva avere il coraggio di scindere la propria storia, fatta di tante cose buone, dove nessuno lo può negare, da quello di alcuni suoi membri. Se la Corda Frates non farà questo -conclude la Collica -, sara la stessa Corda Frates a tradire se stessa“.

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