L’istituto Ente Porto fu creato proprio con lo scopo di dare vita ad un punto franco, che come detto, non è mai stato istituito, ancor peggio in quelle aree nacquero attività fortemente inquinanti, come ad esempio la “Degassifica”, un sorta di ecomostro per la cui demolizione era stato anche aggiudicato un appalto piuttosto cospicuo, proprio dall’Ente Porto. La gara avrebbe preveduto la progettazione degli interventi di recupero, ma il contratto non è stato mai firmato.
Ma adesso che la sentenza ha fatto chiarezza sulle competenze dell’area ci auguriamo che gli interventi di riqualificazione (previste per altro dal Piano Regolatore Portuale) possano partire una volta per tutte. Nel frattempo, i progetti riguardanti il molo Norimberga e la via San Raineri, sono stati già appaltati dall’Autorità Portuale, il cui piano prevede anche un’area di verde pubblico principalmente dedicata a portare alla luce e mettere in rilievo i giacimenti archeologici, all’interno di un progetto di restauro dei corpi storici della Cittadella. Naturalmente ci riferiamo a dei progetti (e non a dei cantieri già avviati) destinati a cambiare il volto della Zona Falcata per renderla finalmente un luogo pregiato per cittadini e turisti. Progetti che (ripetiamo) si erano tristemente arenati per via del contenzioso con l’Ente Porto. Alla luce della sentenza del Tribunale Civile di Messina ci auguriamo che questi “progetti” possano essere avviati il più presto possibile.