Ndrangheta, una “talpa” informava la cosca Bellocco sulle indagini

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Un uomo infedele delle istituzioni, non ancora identificato, informava la cosca della ndrangheta dei Bellocco delle indagini e delle intercettazioni nei loro confronti. E’ lo scenario che emerge dalle indagini dei carabinieri che hanno portato al fermo di cinque persone. Nell’operazione ‘Tramonto’ sono finiti in carcere i vertici della cosca: Giulio Bellocco, di 62 anni; Berto Bellocco (27), Antonio Bellocco detto Toto’ (25), Domenico Bellocco (32) e Carmelo Bellocco (26). Ai cinque sono contestati i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, usura ed intestazione fittizia di beni. Nell’inchiesta e’ indagata anche Aurora Spano’, compagna di Giulio Bellocco, gia’ detenuta per altri reati. Le indagini dei carabinieri sono stati coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio, Michele Prestipino, e dai sostituti Giovanni Musaro’ e Luca Miceli.

Dalle indagini e’ emerso anche il coinvolgimento di un rappresentante delle istituzioni che aveva contatti con la cosca ed e’ per questo motivo che la Dda ha deciso di accelerare le indagini, con l’emissione dei provvedimenti di fermo. Per evidenziare l’arroganza mafiosa della cosca gli inquirenti hanno riferito un particolare avvenuto nel carcere di Castrovillari, dove e’ detenuta Aurora Spano’. La donna aveva imposto ad alcune detenute di pulirle la cella e di soddisfare ogni suoi desiderio. Quando una delle detenute si e’ ribellata il marito di quest’ultima e’ stato aggredito e picchiato dagli uomini della cosca Bellocco. Nell’ambito dell’inchiesta e’ stato poi accertato anche un caso di usura. Le indagini hanno ricevuto un fondamentale contributo dalle dichiarazioni di Concetta Cacciola, la testimone di giustizia che si suicidata nell’agosto del 2011.

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