Chi sono i 10 consiglieri regionali indagati? Spuntano i primi nomi, ma loro smentiscono: “azioni legali contro chi ci diffama”

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consiglio regionaleC’è grande fibrillazione nella vita politica calabrese dopo l’inchiesta che ha rivelato le spese folli di alcuni consiglieri regionali: secondo le ultime indiscrezioni sarebbero ormai imminenti imminenti gli avvisi di garanzia ai 10 indagati, 8 esponenti del centro/destra e 2 del centro/sinistra, probabilmente in gran parte capigruppo o ex capigruppo. I consiglieri regionali sono 50: 32 della maggioranza di centro/destra, 18 della minoranza di centro/sinistra. L’inchiesta non è ancora conclusa e oltre al reato di “peculato” si inizia a ipotizzare anche quello di “truffa“. In questo caso è probabile che i capigruppo siano indagati a prescindere, per il loro ruolo di responsabilità e non perché direttamente autori delle spese folli. Una sorta di “responsabilità oggettiva” come quella della giustizia sportiva in cui una società calcistica è tenuta a rispondere anche dei reati dei suoi tifosi (ad es. le multe per i fumogeni degli ultras).
foto_consiglio_regionale_8In Regione si mormora e non poco sui nomi dei 10 consiglieri regionali che sarebbero responsabili di questi illeciti. I giornali hanno fatto riferimento ad “alcuni componenti della giunta che sono stati eletti in parlamento“. Inutile girarci intorno, si tratta di due esponenti della maggioranza che hanno avuto successo alle ultime elezioni politiche e che proprio nei prossimi giorni si dovranno dimettere da Assessori Regionali per esercitare pienamente il loro ruolo di deputati: Piero Aiello e Antonio Caridi. Che, però, smentiscono tutto. Come gli altri. Un articolo de “L’Unità”, scritto da Gianluca Ursini, ha fatto i primi nomi: Rosario Mirabelli e Mimmo Talarico per il centro/sinistra; Giovanni Nucera, Giovanni Bilardi e Luigi Fedele per il centro/destra. Ma tutti i 5 coinvolti hanno smentito categoricamente, spiegando che ancora non c’è alcun documento ufficiale e che nessuno ha ricevuto avvisi di garanzia: “è incredibile che la stampa abbia determinate soffiate dalla magistratura quando neanche i diretti interessati sono stati interpellati“, hanno spiegato, annunciando il ricorso a vie legali contro L’Unità che ha pubblicato il loro nome. Luigi Fedele ha assicurato che “per quanto riguarda il gruppo del Pdl, è tutto in regola“.
palazzo campanellaAlcuni consiglieri regionali hanno inoltre spiegato che alcuni “titoloni dei giornali” sarebbero “assolutamente fuorvianti“. Non ci sarebbe stato, infatti, nessun rimborso per l’ingresso in un locale di lap dance: “quell’immagine è solo il retro di una ricevuta taxi che recava uno spot pubblicitario di un locale“, hanno spiegato. Idem per i Gratta e Vinci: “queste sono solo invenzioni: anche volendo, non si possono rimborsare perché il loro acquisto non prevede alcuna ricevuta“. Che però ci siano state quantomeno delle leggerezze è palese. La rabbia del governatore Scopelliti e del Presidente Talarico lo conferma. Hanno parlato di “porcate” e sono i primi ad essere infuriati con quelle “mele marce” che rischiano di compromettere il loro lavoro volto dall’inizio della legislatura ai tagli dei costi della politica e delle spese del palazzo.
Consiglio Regionale Calabria 01Intanto il Codacons ha promosso una petizione per chiedere ”le immediate dimissioni dei consiglieri regionali della Calabria indagati per peculato dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria per la vicenda dei falsi rimborsi. I consiglieri – sostiene il Codacons – attraverso i loro comportamenti, hanno gettato e gettano discredito sulla Calabria ed umiliato coloro che non riescono a garantirsi onestamente condizioni di vita dignitose. Il Parlamento calabrese e’ al centro di avvenimenti che, pur nella presunzione di innocenza dei diretti interessati, sia dal punto di vista penale che erariale, impongono un pronto e tempestivo intervento da parte del Governo regionale. Le vicende di questi giorni devono indurre ad immediate iniziative per dare il segno dell’intollerabilita’ degli sprechi. Sprechi che cozzano con la drammatica crisi che sta colpendo le famiglie calabresi”. ”Non siamo mossi – conclude il Codacons – da bieco giustizialismo, ne’, tanto meno, da iniziative populiste, ma leggere di consiglieri regionali che chiedono il rimborso di Gratta & vinci e’ inammissibile”.

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