In queste ore da parte dei grillini, di Vendola (Sel) e da parte della base della sinistra più estrema, assistiamo a un pressing forsennato nei confronti del Pd sul voto a Rodotà, che sarebbe una “figura straordinaria che profuma di cambiamento“, una “persona di tutti, che viene dal popolo“, un “Presidente degli italiani“, un “grande segno di cambiamento“. Un po come se stessero parlando di Roby Baggio, De Gasperi o Gesù Cristo. Ma com’è possibile assistere a simili dichiarazioni senza riflettere sulla vera identità di Stefano Rodotà? Chi ne sostiene la candidatura, conosce davvero la sua storia oppure parla solo in base ai diktat che vengono dall’alto?
La vera storia di Stefano Rodotà, infatti, smaschera tutte le ipocrisie dei grillini. Innanzitutto la questione anagrafica. Rodotà compirà 80 anni tra un mese. Per un Movimento che ha sempre fatto della battaglia generazionale, della “forza dei giovani“, della “pulizia dai vecchi attaccati alle poltrone” che dovrebbero “andare subito a casa“, non sembra proprio il massimo della coerenza.
Nel post, riprendendo un pezzo allora pubblicato dall’Espresso, il leader CinqueStelle lanciava una “fatwa collettiva” contro tutti i deputati al Parlamento che avevano maturato il diritto alla pensione pur non essendo più in parlamento.
Grillo ha poi nuovamente attaccato Rodotà il 18 luglio 2011, inserendo ancora una volta l’importo dell’assegno del Professore in un elenco di otto pensioni d’oro di ex parlamentari.
Infine, l’ultima ipocrisia, è che una figura fortemente partigiana come quella di Rodotà, espressione della sinistra più estrema, del Partito Comunista Italiano, possa essere davvero il “Presidente di tutti“, come recita l’articolo 87 della tanto amata Costituzione che viene sempre chiamata in causa quando conviene, per poi dimenticarsene quando invece è fastidiosa. L’articolo 87 del nostro testo costituzionale, infatti, recita così: “Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale“. Può, un esponente bolscevico, rappresentare l’Unità Nazionale nel momento in cui destra e sinistra hanno pareggiato le elezioni, e la stessa sinistra ha già occupato con due figure fortemente di parte come Grasso e Boldrini la seconda e terza carica dello Stato? Caro Grillo, caro Vendola, diteci che vi piace Rodotà, che è il vostro candidato Presidente, che è una persona rispettabile, che è un grande giurista. Ma che possa rappresentare il popolo, tutto il popolo italiano, assolutamente no. Il popolo italiano non è solo il vostro popolo, c’è quello moderato, quello liberale, quello cattolico. E’ come se il centro/destra presentasse Alemanno o La Russa come rappresentanti dell’unità nazionale. La stessa identica cosa.
La vera storia di Rodotà smaschera le ipocrisie dei grillini che votano un vecchio dopo aver esaltato i giovani, un simbolo della casta dopo aver esaltato l’anti-politica, un esponente comunista dopo essersi detti liberi da ogni appartenenza ideologica. Da uno schieramento come quello del Movimento 5 Stelle ci saremmo aspettati un candidato giovane magari inesperto, tipicamente in linea con l’identità grillina. Che so, qualcuno tipo Vito Crimi, Roberto Fico, Rocco Casalino, un No-Tav qualunque, oppure Topo Gigio, o anche Hello Kitty. Sarebbero stati più coerenti con se stessi. Avrebbero fatto più figura. Invece vanno in piazza a gridare “Rodotà, Rodotà, Rodotà” ma in realtà non sanno neanche chi è e cosa rappresenta: il peggio della vecchia politica.
Ecco chi è davvero Stefano Rodotà: una storia che smaschera le ipocrisie dei grillini
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