Di seguito la nota diffusa da Ippolita Patera (Vice Commissario Provinciale di Reggio Calabria):
L’hanno chiamata “operazione decoro”. Si tratta della pulizia all’esterno dell’ospedale di Melito Porto Salvo. Decoro, dal latino “decor o decus” (ornamento, dignità) è, quindi, ciò che si vorrebbe dare all’ospedale, un tempo prestigio e risorsa del territorio, divenuto successivamente un “postificio” e “carrierificio” per tantissima gente. Purtroppo, però, non basta ripulirlo dalle erbacce all’esterno per ridargli la dignità perduta. Sconcertante è ciò che ho visto e fotografato qualche giorno fa, avvicinandomi alla camera mortuaria, da tempo sequestrata con provvedimento dell’autorità giudiziaria e i cui sigilli sono stati rimossi da ignoti. L’effrazione, che sembra essere stata denunciata alle forze dell’ordine, alla data del 10/04/2013, risultava alla vista qualcosa di indecoroso e squallidamente vergognoso. L’area non è recintata, la porta d’ingresso regolarmente spalancata, e tutti vi possono accedere, con gravi rischi per la propria salute e la propria incolumità fisica, essendo un edificio pericolante nella sua struttura. All’interno, oltre la sporcizia, le siringhe, gli escrementi di animali, cartelle cliniche che riportano dati sensibili di pazienti che hanno svolto cure mediche presso l’ospedale. Ad aggravare la situazione, fuori, sparsi a terra, nel prato accanto all’edificio, si trovano, alla mercè di tutti, cartelle cliniche, che riportano i dati di donne che hanno avuto necessità di pratiche abortive presso l’Ospedale di Melito Porto Salvo: i loro dati anagrafici e l’indirizzo di residenza possono essere noti a chiunque, come da foto allegate. Auspico che le autorità competenti intervengano con la massima urgenza per tutelare l’incolumità fisica (bambini potrebbero entrare nell’edificio) e la privacy dei cittadini sottoposti a cure mediche.