Nelle prime immagini dalle telecamere a circuito chiuso di Montecitorio, si vede Preiti, vestito impeccabilmente, che tende il braccio puntando la pistola contro i carabinieri. Sembra freddo, lucido, soprattutto incurante delle tante persone che sono in piazza, a pochi metri da lui. Preiti prende la mira e spara contro i militari. ”Mi sono allenato per giorni nelle campagne in Calabria usando parte dei 50 proiettili comprati”, racconta ai pm romani convinti ormai che quel progetto follemente lucido ”non abbia mandanti ne’ complici” perche’ Preiti ”ha agito da solo” ma ”ha agito per uccidere”.
Un’altra novità è emersa poche ore fa: nella borsa di Preiti c’era una punta da trapano, con la quale probabilmente l’attentatore ha cancellato i numeri di matricola della Beretta 7,65 utilizzata per l’attentato. Non sarebbe vera, quindi, la storia della pistola acquistata nel mercato nero di Genova 4 anni fa, come lo stesso Preiti aveva confessato. Gli investigatori pensano che se la sia procurata in Calabria, prima di partire alla volta di Roma.
Inoltre il completo che domenica mattina ha indossato l’attentatore è identico a quelli utilizzati dagli addetti alla sicurezza delle sedi istituzionali, altro dettaglio evidentemente ben studiato. Non si tratta, quindi, assolutamente di un’azione d’impeto ed emotiva: l’uomo pare aver preparato l’attentato con grandissima attenzione e con estrema lucidità.
Voleva uccidere politici e ministri, nella borsa aveva altri 9 proiettili e nella pistola gliene erano rimasti 3 inesplosi. Forse voleva ricaricare l’arma per colpire più volte.
Siamo sicuri che Preiti sia davvero il disperato che tutti pensano sia, o c’è dell’altro? E il clima che si respira nel Paese, con tante persone che si dicono dispiaciute di quanto accaduto solo perchè ad essere colpiti sono stati i Carabinieri, mentre invece se fossero stati davvero i politici a cadere sotto i colpi del calabrese avrebbero gioito ed esultato, fa pensare a quanto siano pericolose le parole deliranti e isteriche che una parte della stampa e alcuni leader politici come Beppe Grillo hanno strillato negli ultimi anni. “Avesse sparato a un’auto blu, avrei capito il senso o il significato. Sparare a un carabiniere è deprecabile, sparare a un politico è una cosa diversa” ha detto oggi Andrea Cecconi, onorevole del Movimento 5 Stelle. Non c’è bisogno di aggiungere altro.