Unime, incontro con Antonio Morra, responsabile della Segreteria di Direzione del Corriere della Sera

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Morra (2) logoHa posto l’accento sulla sensibilità delle persone, oggi, Antonio Morra, giornalista professionista, responsabile della Segreteria di Direzione del Corriere della Sera, intervenuto nella Sala dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, per il secondo incontro del ciclo di seminari sul giornalismo riguardanti “L’informazione, dall’analogico al digitale”. Dicevamo, ha posto l’accento sulle persone, quelle persone protagoniste delle storie che un buon giornalista racconta sulle pagine di un quotidiano. Nella sua analisi, intitolata “L’organizzazione di un grande quotidiano nell’era del  giornalismo digitale”, Morra ha spiegato come il Corriere della Sera lavori sulla base della sua struttura, coniugando quelle che oggi sono le differenze tra l’online e il cartaceo. Differenze che consistono nella velocità e nel senso dei due mezzi di comunicazione.

La cosa fondamentale” afferma Morraè acquistare il giornale, la mattina, appena svegli, più di un quotidiano e allenarsi a costruire il giornale del giorno dopo“. Ogni buon giornalista, secondo Morra, non dovrebbe mai sottrarsi ad un’operazione quotidiana di confronto tra l’una e l’altra testata, sia di carattere nazionale che di carattere locale, per capire bene di cosa si parla, ed essere pronti ad affrontare un eventuale dibattito. Poi Morra si è soffermato sul particolare dei costi che deve sostenere un quotidiano: “Oggi non si può prescindere dai costi di gestione di un giornale – afferma. I giornali sono più liberi nel momento in cui sono autonomi economicamente. Poi subentrano altri fattori, quali la tradizione, la bravura dei giornalisti, ecc“.

Morra, una laurea in Lettere, al Corriere dal 1978, spiega che per ogni giornalista “l’esercizio utile è quello di verificare la gerarchia delle notizie e selezionare, sempre. E’ più facile realizzare un prodotto medio, più difficile riuscire a trovare quello davvero interessante“.

All’incontro erano presenti il prof. Francesco Pira, che coordina il ciclo di seminari, la prof. Michela D’Angelo, Coordinatrice del Corso di laurea magistrale in Metodi e Linguaggi del Giornalismo e il prof. Marco Centorrino, docente di Sociologia della Comunicazione al Corso di laurea triennale in Scienze dell’informazione: Comunicazione pubblica e tecniche giornalistiche, intervenuto al posto della prof.  Marianna Gensabella.

Morra ha inoltre posto l’accento sul lavoro di approfondimento che dovrebbe essere il dovere di ogni buon giornalista. “Non è bravo il giornalista che si limita ad ascoltare due campane e a scrivere il pezzo, ma chi, dopo aver raccolto le dichiarazioni su un determinato fatto, va ad approfondire i vari aspetti della vicenda, cercando di ricostruirla, sempre“. Infine, a chi gli chiede se il cartaceo è destinato a morire, l’esperto risponde che “sicuramente bisognerà riconfigurarlo, ma la domanda è come farlo“. Secondo il parere espresso da Morra, non si può prevedere il futuro del cartaceo, ma è difficile che possa scomparire, fagocitato dalla tempestività del web, perchè per formulare un’opinione è necessario ancora oggi soffermarsi sugli approfondimenti che la carta stampata riesce a fornire meglio degli altri mezzi di comunicazione.

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