Di seguito riportiamo uno stralcio della lettera inviata al collega Galullo.
“Sono titolare di un’ azienda piccolina che si è specializzata su un settore di nicchia dove offriamo servizi e pronti interventi per enti pubblici e privati. Ho attivato quest’idea con la speranza di poter portare il pane quotidiano ai miei figli.
Tra i lavoretti e piccole commesse, sono imbattuto in un pronto intervento di Protezione civile nel Comune di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) dove l’intera cittadina è stata colpita da un alluvione nel novembre del 2011. Ingentissimi i danni, scene strazianti etc; si è lavorato ininterrottamente giorno e notte per due mesi interi a affinché la cittadinanza tornasse nei limiti della sopravvivenza.
Noi forniamo un servizio di noleggio con delle macchine speciali che aspirano il fango da dentro le abitazioni e ricevuta la chiamata da alcune aziende locali siamo intervenuti immediatamente, partendo da Reggio Calabria e in breve tempo (immagini, nel giro di tre ore) la macchina operava già sul primo sito.
Al mio arrivo notavo a parte le scene di distruzione, che alcune aziende del nord era già arrivate prima di me coprendo circa un migliaio di km in una notte con 10 macchine. Prima domanda: ma come hanno fatto in cosi poco tempo ad essere operativi?
Finito l’intervento aspettiamo i soldini: circa 190mila euro ma passati un anno e mezzo ancora non abbiamo notizia, intanto cade il governo Berlusconi, cade il consiglio comunale (sindacoCandeloro Nania), cade il governo regionale capeggiato da Raffaele Lombardo, e tutto questo cadere, fa precipitare anche noi piccoli. Tempi burocratici eterni, che non fanno altro che condannare me e le aziende che hanno partecipato a quell’ evento alla chiusura dell’attività.
Ma torniamo alle aziende del nord. Secondo quesito: da sottolineare che in eventi simili in zone come Aulla, Veneto,Genova etc hanno già pagato le aziende, ma li è un altro Paese, l’azienda del nord che ha partecipato al sud come fa ad avere contratti firmati con l’ente creditore e noi no?
Beh questa è da capire, ho provato in questa confusione a rivolgermi per ben due volte al Presidente della repubblica , una figura istituzionale che ascolta il suo popolo ma non ho avuto riscontri.
Oggi la mia azienda, unica risorsa che ho, sta per chiudere e mi domando sempre perché devo chiudere nonostante io abbia operato non bene ma discretamente sul mercato. Non ho più voce per strillare che sono stanco, e che certe notizie lette sui giornali di gente stanca che la fa finita forse ha buoni motivi per farlo, si sente sola.
Io da domani proverò ad incatenarmi al Comune di Barcellona Pozzo di Gotto per far sentire la mia voce a chi dovrebbe fare e non fa, dopo di che , boh non lo so…
Che Dio mi Aiuti
Grazie
Cordiali saluti”