Brigadiere Giangrande, non è ancora sciolta la prognosi ma le condizioni del carabiniere migliorano ogni giorno. La figlia: “Speriamo in un miracolo”

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 ”Speriamo in un miracolo” dice Martina Giangrande, la figlia del brigadiere dei carabinieri rimasto ferito dai colpi di pistola sparati da Luigi Preiti il 28 aprile davanti Palazzo Chigi. Il brigadiere Giuseppe Giangrande, rimasto gravemente ferito, è ricoverato da domenica scorsa nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Umberto I di Roma. ”Il percorso di mio padre sara’ lungo, ringraziamo le istituzioni per la loro attenzione – spiega ancora la figlia – ora siamo fiduciosi”.

Nonostante la prognosi non sia ancora stata sciolta dai medici, le condizioni del brigadiere sembrano migliorare di giorno in giorno. ”E’ vigile e per questo noi restiamo speranzosi per un suo recupero – aggiunge lo zio Pietro -. Le sue condizioni sono molto, molto migliorate”.

Fuori pericolo di vita, ora resta da valutare quali danni abbia provocato quel colpo di pistola che ha raggiunto il collo del brigadiere. Giangrande, nei prossimi giorni,  sara’ trasferito in una clinica privata, molto probabilmente ad Imola, per cominciare la riabilitazione. ”La situazione rispetto a domenica scorsa posso dire che e’ cambiata perche’ papa’ e’ vivo – aggiunge Martina -, ma e’ sempre in un letto di ospedale con gravi lesioni e gravi problemi che si portera’ avanti per tutta la vita”.

Sul fronte delle indagini, intanto, è stato smentito che il bossolo calibro 22 rinvenuto fuori palazzo Chigi nel giorno della sparatoria, possa essere legato alla sparatoria messa in atto da Luigi Preiti.  Infatti, secondo i pm della Procura di Roma il proiettile ”e’ risalente nel tempo’‘ e anche il luogo del ritrovamento, a circa 50 metri dal luogo da dove Luigi Preiti ha fatto fuoco con una calibro 7,65 contro alcuni carabinieri, farebbe protendere per questa tesi. La pallottola, secondo gli accertamenti, sarebbe ‘‘datata diversi anni”.

Tanti sono i messaggi di solodarietà che migliaia di persone esprimono al brigadiere Giangrande, attraverso i social network.  ‘‘Dai Giuseppe – si legge ad esempio – noi siamo tutti con te e la tua meravigliosa famiglia, torna presto a fare cio’ che piu’ ti piace e poter indossare di nuovo questa stupenda divisa”. Ma la figlia Martina ora chiede un rispettoso silenzio:  ”Credo che in un momento cosi’ un po’ di privacy ci vuole,  fara’ bene sia a lui che a me”.

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