Brindisi, a un anno dalle bombe: parla Giovanni Vantaggiato, imputato per la morte di Melissa Bassi

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E’ durata più di quattro ore la deposizione di Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore 69enne di Copertino (Le) accusato di avere posizionato davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi le tre bombole che il 19 maggio scorso hanno ucciso la studentessa sedicenne di Mesagne Melissa Bassi.

Si rende conto che e’ morta una persona?” chiede il procuratore Motta a Vantaggiato. “Non volevo fare del male a nessuno – ha risposto con un singhiozzo – il mio era un gesto dimostrativo, se avessi voluto uccidere avrei fatto scoppiare le bombole quando un uomo e cinque ragazze si sono avvicinati al cassonetto“. Anche la madre di Melissa Bassi ha pianto, ascoltando queste parole. Per spiegare il movente dell’attentato, l’imputato si e’ mantenuto fedele alla versione fornita nei ripetuti interrogatori a cui e’ stato sottoposto nel corso delle indagini preliminari: “Mi avevano fatto del male, ero stato truffato tante volte, mi sentivo come se mi avessero tirato un pugno nello stomaco“, precisando che il suo obiettivo era il Tribunale e non la scuola, scelta solo perche’ il palazzo di giustizia e’ sorvegliato da “troppe telecamere“.

Sollecitato sempre dai pm, Vantaggiato ha spiegato di essere rimasto deluso dalla conclusione del processo a carico di Cosimo Parato, imprenditore di Torre Santa Susanna accusato di averlo truffato, e dal fatto che le altre persone denunciate non erano state condannate. Così l’uomo ha posizionato una telecamera nel parcheggio del Tribunale di Brindisi, “per vedere la targa dell’auto del giudice” (ovvero del magistrato Simona Panzera, che aveva emesso la sentenza) e per “scoprire dove abitava e che macchina aveva“. Poi l’imputato ha spiegato nei minimi dettagli la realizzazione delle bombe: “con un processo di separazione del potassio a scaglie, imparato a pagina 72 dell’enciclopedia“, e delle ripetute prove effettuate in campagna, “provavo di sabato, all’inizio mi venivano male perche’ la polvere deve essere completamente asciutta“, nonche’ delle modalita’ con cui le tre bombole sono state portate a Brindisi la notte tra il 18 e il 19 maggio. “Sono andato da solo, con l’auto di mia moglie – ha detto Vantaggiatoe ho sistemato le bombole e il cassonetto. Il giorno successivo mi sono alzato intorno alle 6, ho bevuto il caffe’ preparato da mia moglie e sono andato a Brindisi con la mia auto“.

Nessuno era al corrente delle sue intenzioni, conferma Vantaggiato: “Mia moglie non sapeva nulla e non poteva immaginare, lo ha capito solo dopo che mia hanno interrogato“. Le accuse contestate a Vantaggiato sono di strage aggravata dalla finalita’ terroristica e costruzione e possesso di ordigno micidiale in merito all’attentato di Brindisi, e di tentato omicidio pluriaggravato in merito al posizionamento di una bicicletta con esplosivo nel condominio in cui abita l’imprenditore Cosimo Parato a Torre Santa Susanna il 24 febbraio 2008. Vantaggiato ha tirato fuori dalla vicenda anche il suo autista Gianni Chiriatti: “Non c’entra nulla e non sapeva“.
L’imprenditore ha ripetuto più volte di non aver avuto l’intenzione di uccidere e di avere premuto il telecomando che ha innescato le bombe senza vedere che si erano avvicinate delle persone ai cassonetti.

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