Messina: punto di non ritorno, dissesto finanziario sempre più vicino

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Sembra non esserci più scampo per il Comune di Messina, il dissesto finanziario è ormai alle porte. Si tratta solo di una questione di tempo, l’ultimo giro d’orologio è già iniziato.

Il Piano di riequilibrio finanziario redatto da Croce e i suoi esperti non ha retto, soprattutto per l’incognita rappresentata dall’accordo tra Palazzo Zanca e l’Amam. Ovvero l’accordo per la gestione del servizio di Acquedotto prevedeva che l’Azienda Meridionale Acque Messina coprisse i costi del servizio integrato. Secondo la delibera l’Amam avrebbe dovuto corrispondere la somma di 15 milioni di euro annui (150 milioni in dieci anni) per oneri del contratto.

Sul provvedimento erano già stati espressi i pareri negativi del Collegio dei Revisori dei Conti e del Collegio di Difesa di Palazzo Zanca. Dunque, è stata piuttosto scontata la bocciatura del Consiglio Comunale, che riunitosi due giorni fa ha decretato il suo esito negativo unanime.

Senza il contratto di servizio con l’Amam crolla l’intero piano di riequilibrio, unica ancora di salvezza per poter accedere al Fondo di rotazione (circa 50 milioni di euro) messo a disposizione del Governo nazionale. Per tanto, presto sarà dichiarato il dissesto economico-finanziario, e non è detto che sarà l’attuale commissario straordinario Luigi Croce a darne l’ufficialità.

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