La dichiarazione di “non interesse” formulata il 31 ottobre 2006, “era specificamente riferita alla determinazione del valore residuo che l’Italia dovrebbe ristorare in caso di ipotetica acquisizione delle opere – chiarisce Mauro – Infatti, sulla base degli accordi internazionali, tale valore e’ meramente simbolico, pari a 1 dollaro, se il Paese ha dichiarato preventivamente che i lavori non vengono compiuti nel suo interesse“. Per quanto riguarda poi la richiesta risarcitoria di 25.000 euro per ogni giorno di ritardo dal momento della sospensione, Mauro spiega che “rientra nella linea di strategia processuale definita dall’Avvocatura distrettuale dello Stato, che ha proceduto alla quantificazione tenendo conto delle somme dovute alle ditte appaltatrici nel periodo in cui i lavori devono restare fermi“. In conclusione, “la proposizione del ricorso al Tar, pur in pendenza dello studio dell’Istituto superiore di Sanita’, e’ stata giustificata dalla necessita’ di evitare la scadenza dei relativi termini processuali“, specifica il ministro della Difesa.
Muos Niscemi, ministro Mauro: “La Difesa ha un interesse diretto alla realizzazione di un sistema satellitare che potranno usare anche le nostre forze armate”
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