Ovunque cortei, gente che applaude, manifestanti portati via dalle forze dell’ordine e le richieste scritte con la vernice ai propri governanti; in Francia si inneggia contro il Presidente Hollande definito “Le President des Riches”, a Vienna invece il Primo Maggio diventa una manifestazione contro il regime iraniano.
Alla celebrazione di Portella delle Ginestre, tristemente famosa per la strage del 1947 che portò alla morte di undici persone, è presente la presidente della Camera, Boldrini, che ancora una volta facendo riferimento al triste episodio di Palazzo Chigi, afferma: “L’emergenza lavoro fa sì che la vittima diventi carnefice”. Il lavoro è, dunque, la vera emergenza del nostro Paese: gli adulti lo perdono, i giovani perdono la speranza di trovarlo e il risultato è la violenza.
Nel capoluogo piemontese gli attacchi degli autonomi sono tutti rivolti agli esponenti del Pd, che hanno subito lanci di uova di vernice nera; la dedica, invece, va all’attentatore Preite, che diventa il simbolo di “un’Italia che non ce la fa più”.
Mentre vediamo questi striscioni ovviamente il pensiero è rivolto al carabiniere Giangrande, che invece sta lottando tra la vita e la morte, ed è l’unica vera vittima di questi giorni.
Stesse scene a Napoli con tanto di “concertone” sospeso. Questa volta i manifestanti inneggiano alla bonifica di Bagnoli; bilancio di 15 manifestanti denunciati per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Un Primo Maggio, dunque, che non ha portato alcuna ventata di novità se non fosse per la scoperta che si festeggia anche negli altri Paesi.
Di una cosa, però ne siamo certi: “Il peggior mestiere è quello di non averne alcuno” (C. Cantù).