Polistena, Giuseppe Longo (Prc): “In attesa di Scopelliti i cittadini pagano i ritardi e i tagli alla sanità pubblica”

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“Capita all’ospedale di Polistena. Mentre si lucidano i pavimenti- dice il consigliere provinciale Giuseppe Longo- in attesa che il governatore Scopelliti venga a inaugurare il restyling di ostetricia, per mancanza di posti le partorienti sono invitate a recarsi nelle cliniche private. Dove, tra l’altro, si ritrovano senza il ginecologo di fiducia. È uno di quei tristi paradossi che non smettono di caratterizzare la gestione della sanità pubblica calabrese. E se non fosse una situazione grave- continua Longo-  ci sarebbe anche da ironizzare su questo taglio del nastro dato per imminente da settimane e ancora non avvenuto, una sorta di “aspettando Godot”, l’attesa messianica del pennacchio e del trionfalismo. E sì che oltre al reparto ammodernato di ostetricia, il Governatore è chiamato pure a benedire il nuovo centro trasfusionale. Ma intanto, come denunciava un sindacato pochi giorni fa, sempre nello stesso ospedale, l’Asp taglia 12 posti letto in medicina interna e decide lo stop al servizio notturno e festivo del blocco operatorio. A determinare queste modifiche è il vergognoso riordino della rete ospedaliera varato dalla giunta regionale nel 2011, che oltre a prevedere un sottodimensionamento del personale infermieristico, è allarmante in quanto procede alla chiusura o alla riduzione di servizi efficienti e indispensabili. Un elenco cui va certamente inclusa la soppressione dei ricoveri in otorinolaringoiatria messa in atto l’anno scorso. Davvero avvilisce- conclude il politico cinquefrondese- questa sanità pubblica concepita in termini esclusivi di taglio delle spese, per cui a un ampliamento di servizi corrisponde l’eliminazione di altri. Senza badare alle peculiarità territoriali, a quanto vasta sia la richiesta di assistenza sanitaria che, ad esempio, sull’ospedale di Polistena si convoglia. Fino all’assurdo di questi giorni, donne che devono partorire e sono smistate verso le strutture private perché il reparto nuovo non è stato ancora inaugurato e quello provvisorio ha finito i posti. La tutela di un diritto collettivo “appaltata” alle cliniche e alle migrazioni sanitarie”

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