Sicilia, approvata la finanziaria dopo una lunga maratona

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Dopo un lungo tour de force, soltanto ieri mattina l’Assemblea Regionale Siciliana è giunta all’approvazione del bilancio e della finanziaria. Il bilancio ha goduto del favore di 59 deputati contro 13, e due astenuti; la finanziaria è passata grazie a 56 sì, a fronte di 12 no e un astenuto.

Un’approvazione arrivata in extremis, al termine ultimo.  Ricordimao il durissimo scontro in Aula tra il presidente della Regione Rosario Crocetta, e il numero uno dell’Ars Giovanni Ardizzone, che cmq è servito a evitare il commissariamento della Regione dopo la scadenza dell’esercizio provvisorio.

A rendere il clima incandescente tra i due è stata la Tabella H, l’elenco cioè dei 137 enti a cui saranno riservati 25 milioni di euro. Secondo Ardizzone, infatti, Crocetta avrebbe “portato avanti una contrattazione” intorno alla Tabella H selezionando soltanto alcuni emendamenti da sottoporre all’Aula, prerogativa esclusiva, questa, dell’ufficio di presidenza. Ma il governatore ha rispedito le critiche al mittente sottolinenando la trasparenza del proprio operato. Nel complesso, il testo della finanziaria approvata dall’Ars, è un insieme di tagli e contributi, tra conservazione e rinnovamento.

BUone nuove per i precari regionali e gli enti locali, i cui contratti in scadenza sono stati rinnovati fino al 31 luglio. Soddisfatti anche i 3100 “ex pip”, ai quali andrà un assegno mensile netto da 833 euro fino al 31 dicembre.

Sul fronte delle imprese, l’aula ha detto sì alla moratoria per i debiti fiscali, che riserva 20 milioni di euro per il sostegno alle piccole e medie imprese, e al fondo per il microcredito da 1,5 milioni ai quali saranno aggiunti i fondi stanziati mensilmente dai deputati del Movimento 5 Stelle.

La Regione dovrà poi stringere sulle auto blu, con le vetture di servizio che dovranno essere esclusivamente in car sharing. Tagliato anche il personale comandato negli assessorati. Saranno massimo 5, per una spesa da 500mila euro, in quello all’Economia; da 3 a 6 quelli all’Energia; e 15 all’assessorato per la Salute. Scendono del 10%, poi, le indennità di direttori generali, direttori amministrativi, direttori sanitari delle Asp, delle aziende ospedaliere, delle aziende ospedaliere universitarie. Mentre sarà del 20% il taglio sul salario accessorio dei dirigenti regionali. Sul fronte della Sanità, infine, nonostante siano in corso trattative tra governo e sindacati, i tagli riguardano maggiormente i centri di analisi, che dovranno restituire 140 milioni di euro per la mancata adozione del ‘Tariffario Bindi’.

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