L’unione fa la forza e solo con un sodalizio tra le due sponde dello Stretto
L’iniziativa è partita dal candidato a sindaco di Nuova Alleanza per la città di Messina, Gianfranco Scoglio, che ha riunito nel piazzale antistante la stazione marittima i rappresentanti istituzionali di Calabria e Sicilia più interessati al progetto del Ponte.
Hanno sottoscritto la petizione per la riattivazione dell’iter progettuale del Ponte sullo Stretto e per il varo di una Legge Obiettivo per lo sviluppo dell’Area dello Stretto di Messina i sindaci di Villa San Giovanni, Fiumara e Bagnara Calabra, l’assessore al Turismo del Comune di Santo Stefano d’Aspromonte nonché consigliere provinciale, Francesco Cannizzaro e il Presidente dell’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto, Roberto Vizzari.
Sul fronte siculo, a sostegno del “Patto per lo sviluppo dell’Area integrata dello Stretto di Messina”, si sono schierati, invece, i sindaci e gli assessori di Taormina, Rometta, Fiumedinisi, Terme Vigliatore, il deputato regionale Santi Formica e l’ex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca.
La prima richiesta dei sottoscrittori di tale Patto consiste nel rivedere il decreto legge del governo Monti , che aveva di fatto congelato il prosieguo del Ponte, oppure riprendere l’iter per l’approvazione del progetto definitivo; esperire la gara per la ricerca di un finanziatore privato e avviare le opere a terra propedeutiche per la costruzione della mega-infrastruttura.
Partendo dal presupposto che si parlò del Ponte di Messina, 30 anni fa, per la realizzazione di un “corridoio europeo”, che mettesse in collegamento il continente con la Sicilia, a tutt’oggi l’iter è bloccato, ma la petizione firmata nei giorni scorsi è sintomo che la politica “pro Ponte” non intende rinunciare all’opera.
Se pensiamo che ad oggi l’unico collegamento tra Calabria e Sicilia è la Metromare, le cui tariffe non sono sicuramente agevolate né sostenibili dai cittadini e dal tessuto economico delle due regioni, non possiamo che concordare con quanto affermato dal sindaco di Villa: “ Ma perché le risorse non si trovano proprio quando di tratta di dover investire nel Meridione d’Italia?”.
Ai posteri l’ardua sentenza…