Reggio, pentito Lo Giudice: “Ribadisco che tra mio fratello Luciano e Mollace e Cisterna non c’erano affari illeciti”

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nino lo giudicePer quanto riguarda i dottori Cisterna e Mollace devo ribadire, come ho dichiarato nella prima parte del mio interrogatorio subito dopo che ho iniziato a collaborare, che tra mio fratello Luciano e questi signori Mollace e Cisterna non c’erano affari illeciti ma solo e soltanto amicizie normali”. E’ quanto scrive il collaboratore di giustizia Antonino Lo Giudice nella lettera fatta recapitare ad alcuni avvocati a Reggio Calabria prima del suo allontanamento dal luogo di protezione dove si trovava ai domiciliari. ”Ma subito dopo – aggiunge – e’ nato qualcosa tra me e i miei interlocutori che non stava bene, minacciandomi che se non avrei raccontato quello che a ‘loro piaceva’ mi avrebbero spedito indietro e al 41 bis, mi hanno intimidito le loro parole dandomi l’ultimatum per il giorno seguente e che dovevo pensare bene cosa raccontare quando mi sarei presentato davanti a loro, e ‘con discorsi convincenti’ e allora, ricordo che ho trascorso la notte senza dormire ‘intassellando’ il mio mosaico di discorsi ‘convincenti e compiacenti’. Certo non e’ stato molto facile. Ma ci sono riuscito, da me hanno preteso sempre di piu’ senza lasciarmi spazio neanche per respirare, ogni giorno trascorso in quello stato mi sono dovuto inventare ogni tipo di discorso che doveva servire per la mia verita’ e per la loro convinzione, accettai mio malgrado ogni tipo di supplizio di liberta’ a caro prezzo”. ”Oggi – conclude Lo Giudice – mi sono reso conto che, non ne vale la pena, ma non e’ questo il punto della mia lettera, perche questa mia presente vuole fare chiarezza a questioni che riguardano la verita’ dei veri fatti accaduti’‘.

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