Di certo, solo chi è genitore può pienamente immedesimarsi in situazioni del genere, immaginare di provare quel dolore, quel vuoto immenso. Mentre, nell’opinione comune, molti tendono a giudicare frettolosamente, a dire che “quei genitori non sono stati attenti”. Però c’è il rovescio della medaglia. Non sempre siamo nelle condizioni di poter giudicare tragedie di questo tipo. E, soprattutto, non possiamo considerarci immuni da queste dinamiche incomprensibili.
Non serve nemmeno farsi influenzare dallo scalpore del momento: episodi del genere, purtroppo, si sono sempre verificati. Incidenti, morti improvvise, disgrazie. C’è solo una lezione che possiamo imparare da tutto ciò: i nostri figli hanno bisogno di noi. Sempre. Non perdiamo tempo a giudicare, a indagare sulla vita degli altri, e soprattutto non sentiamoci distanti da certe realtà. Siamo tutti esseri umani, spesso siamo sopraffatti dallo stress, dal lavoro, dai problemi quotidiani. E, ahinoi, la nostra vita si arresta solo quando accadono eventi come quello di ieri, dai quali non possiamo più tornare indietro.
Per alcuni “Doveva andare così” è la frase più gettonata, in un tentativo, vano, di consolazione. Ma, a mio parere, c’è solo una strada da percorrere: imparare qualcosa da queste storie. Qualche tempo fa, mi è capitato di leggere il commento di una giornalista, che faceva riferimento all’ultimo triste caso di un bambino dimenticato in auto. Chi scriveva esortava tutti, in particolar modo, i genitori, a non giudicare “perché può capitare a ognuno di noi”. E oggi voglio riprendere questa riflessione per ribadire ancora una volta che queste tragedie non possono dissolversi nel tempo. Piuttosto che giudicare se quel genitore è stato poco o molto attento, o limitarci a dire che noi non l’avremmo mai fatto, pensiamo seriamente all’attenzione che dedichiamo ai nostri figli.