Spesso il web può essere una trappola dalla quale si può difficilmente uscire e, servendosi di essa, si può dunque purtroppo incappare in errori; errare è tuttavia umano. Come abbiamo detto tempo fa in un altro nostro articolo, le terme di Alì, sono state apprezzate ed elogiate sin da tempi antichi; tuttavia un medico che visse a cavallo tra il Cinquecento ed il Seicento, Giovanni Battista Cortesi, ne ha fatto un prezioso elogio, senza dubbio degno di nota, che invece non fu fatto, come si ritiene spesso, dal celeberrimo filosofo del cogito. Giovanni Battista Cortesi nacque in Bologna nel 1554 e fu principalmente un medico, filosofo ed anche, curiosità per l’epoca, interessato anche alla chirurgia plastica; fino all’età di 16 anni lavorò come garzone di barbiere. Cominciò poi ad istruirsi ed a fare pratica presso l’ospedale di S. Maria della Morte in Bologna, coltivando lo studio della filosofia e della medicina presso la locale università, dove conseguì la laurea con encomio nel 1585; nel 1590 ottenne invece l’insegnamento in quell’Ateneo. Ebbe poi incarichi anche in Francia dove divenne famoso per aver guarito personalità importanti: di lui scrissero infatti parecchi come il Medici, il Fantuzzi, il Mazzetti, il Pitrè ed il Vinci, dalle cui opere si possono trarre molte notizie sull’attività medica del Cortesi. Fu poi nel 1598 che fu invitato dal Senato di Messina ad insegnare nella prima cattedra di Medicina dello “Studio” di quella università, dove si guadagnò tanta stima che, sebbene sollecitato nel 1620 a riprendere la lettura nello studio di Bologna, preferì rinunciarvi.
Nel 1629 pubblicò invece a Messina, presso la tipografia di Pietro Brea, l’opera Antidotari Messanensi, il cui titolo completo è “Pharmacopoeia seu Antidotarium Messanense: in quo tum composita medicamenta, vsu recepta, ex typis Petri Breae”, Messanae 1629. In tale opera egli elogia le terme rammaricandosi però del fatto che prima di lui nessuno ne avesse fatto menzione malgrado la loro utilità soprattutto per i dolori artritici; dice infatti: “Dole quod nec Savonarola nec alius reperiatur qui de quodam balneo in agro Messanensi prope oppidum Alì existente, meminerit, de quibus quidem facultatibus habitantes mira celebrant, ita ut aegri quamplurimi audientes ipsius admirabiles virtutes, et praesertim circa dolores artriticos illuc alacriter complerunt” (la cui traduzione è “Duole che né Savonarola né nessun altro abbia fatto conoscenza di una stazione termale nella piana Messinese vicino dove sorge la cittadina di Alì, e (do essa) ricordi, delle cui facoltà celebrano certamente gli abitanti le ricchezze, tanto che gli svariati malati che odono le sue qualità ammirevoli, che sono qui feconde in particolar modo relativamente ai dolori artitici.” Invitiamo in ogni caso i maggiori curiosi a consultare altre fonti online, ritrovabili in siti quali googlebooks o internetculturale.it Ringraziamo infine le varie segnalazioni inviateci, ed in particolar modo la professoressa Michela D’Angelo, docente di storia presso l’università di Messina che ci ha inviato una preziosissima segnalazione che ha permesso di redimerci da questo errore.