Messina, frenetica corsa per evitare il default: intervista a Guido Signorino, assessore al Bilancio e vice sindaco

StrettoWeb

accorinti-assessoriContinuano le interviste di StrettoWeb per conoscere i nuovi assessori della Giunta Accorinti. Oggi abbiamo incontrato l’assessore al Bilancio e vice Sindaco Guido Signorino, che già da diverse settimane si è cimentato nell’arduo compito di salvare il Comune di Messina dal baratro del dissesto finanziario.

  • Chi è Guido Signorino e come nasce l’avventura con Cambiamo Messina dal Basso?

Guido Signorino è un professore universitario interessato alla città. Ho sempre creduto che la mediocre risorsa di democrazia sia riconducibile alla scarsa partecipazione della gente e non ho mai aderito alle numerose richieste di candidature o schieramento che mi sono state proposte negli anni.

Nella proposta di Renato Accorinti ho riscontrato la possibilità di costruire la “democrazia compiuta” a Messina e per questo ho accettato senza batter ciglio. Conosco Renato da circa quindici anni, anzi, frequento Renato da quindici anni, insieme condividiamo ideali, visioni della vita, e speranze per la città, da sempre. Dunque, il mio coinvolgimento con Cambiamo Messina dal Basso non nasce attraverso una richiesta di candidatura, ma attraverso un percorso naturale che nasce dalla condivisione del pensiero di fare politica in città.

  • Dissesto: come si può agire e quali sono le contromisure da adottare nell’immediato?

In primo luogo bisogna verificare la reale consistenza della situazione debitoria dell’Ente Comunale, successivamente, sulla base si queste verifiche, è necessario rimodulare il Piano di economie e nuove entrate che la precedente amministrazione ha redatto. Detto ciò, dobbiamo tener conto che il Piano di Riequilibrio redatto dall’amministrazione Croce prevedeva una convezione che avrebbe dovuto portare nelle casse del Comune 150 milioni di euro nell’arco di 10 anni, e che questa convenzione è venuta meno. Per sostituire questo noi agiremo con una strategia di lungo periodo di risparmio energetico, una ristrutturazione totale di raccolta rifiuti, e una serie di economie sulla gestione materiale del Comune, e poi stiamo valutando la possibilità di definire un nuovo rapporto di concezione con le reti del gas che gestiscono le infrastrutture del metanodotto. Attraverso questo nuovo rapporto con le reti del gas intendiamo coprire la voragine dei 150 milioni di euro mancanti.

Alla base di tutto sottolineo come sia necessario verificare la massa debitoria dell’Ente facendola certificare dagli esperti dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Proprio in questi giorni stiamo procedendo (a Roma mi hanno sottoposto un elenco di documentazione che dovremo produrre) martedì 23 luglio vi sarà la prima visita di una delegazione degli esperti dell’Anci e inizieremo a valutare lo stato dei fatti.

  • Più vicini ai 500 milioni di Croce o ai 70 milioni di Coglitore?

Quando avremo la cifra esatta la prima cosa che faremo sarà renderla pubblica poiché tutti possano prenderne atto.

Sul bilancio grava la delicata situazione delle partecipate, come si può intervenire?

Nella situazione debitoria del Comune le partecipate rappresentano un po’ il tallone d’Achille del bilancio economico e del bilancio formale in signorinoquanto non c’è concordanza tra le valutazioni fatte negli anni dall’Ente – a proposito di quanto è dovuto ad Atm e Messinambiente – e le valutazioni fatte dalle aziende stesse. Non essendoci questa concordanza esiste uno squilibrio molto forte che può pesare in maniera significativa.

Come detto, le partecipate rappresentano l’elemento più complicato da trattare, anche ai fini della redazione del Piano di Riequilibrio, perché bisogna dare certezza delle cifre che ad oggi non abbiamo. Dal punto di vista strettamente contabile esse rappresentano sicuramente il nodo più intricato da sciogliere. Nonostante tutto stiamo affrontando la situazione, lunedì 22 luglio avremo un incontro a Palermo con l’assessore regionale dell’energia e dei servizi Giosuè Marino, con l’Ato, e con il nostro assessore all’ambiente Daniele Ialacqua, in modo da definire i rapporti del Comune con la discarica di Mazzarà. Su questa base, potremo aderire ad un fondo di rotazione Regionale che serve esattamente per estinguere i debiti con le Ato. Tale fondo ci permetterebbe di appianare i debiti con le Ato nei termini accettabili per poter redigere il Piano di Riequilibrio.

Decisamente più articolata è la situazione dell’Atm sulla quale intendiamo intervenire in tempi rapidissimi. Abbiamo già avviato una serie di confronti ma c’è molto da lavorare. L’incipit riguarda la costituzione di una nuova Azienda di Trasporti. Immaginiamo un’azienda che sia costituita in modo assolutamente diverso, sviluppando tutti i settori sui quali essa opera e che rappresentano un potenziale utile: la gestione dei parcheggi, la gestione dell’officina, e l’attivazione di servizi per il trasporto pubblico locale per “fasce di utenza”. Quest’ultimo settore crediamo sia piuttosto interessante in quanto i tanti turisti che giornalmente sbarcano a Messina hanno una domanda di trasporto totalmente diversa da quella del cittadino messinese. Ragionando per “fasce” se organizziamo l’offerta in modo da soddisfare le diverse richieste possiamo valorizzare significativamente la città di Messina rinvigorendo le casse dell’ente. Sui tre rami nei quali opererà l’Atm crediamo si possa istituire un circuito che può divenire altamente produttivo, anche i termini di utili da reinvestire nel servizio di trasporto pubblico locale.

  • E’ notizia dell’ultima ora lo sforamento del patto di stabilità 2012…

Dovremo chiarire mettendolo insieme all’accertamento del debito, questo potrà palesare i termini in cui sarà possibile affrontare questa situazione anche con la sanzione che si aggiunge. Devo dire che la vecchia sanzione, in corso per l’anno 2013 era già stata affrontata dall’ex ufficio di ragioneria ma ci sarà da lavorare; certo, chiaramente non aiuta.

  • La direzione in cui si procederà per il risanamento sarà come quella di Croce, definita di “lacrime e sangue” o si aggrediranno gli sprechi piuttosto che aumentare le imposte?

L’aggressione allo spreco è necessaria, ma non può essere risolutiva. Alcuni aumenti dovranno essere imposti a causa della condizione di squilibrio strutturale della finanza , c’è l’obbligo, rispettato dal Commissario Croce, di alzare le imposte al massimo livello possibile. Quello che noi vorremmo, è fare in modo che le economie risultino da una maggiore efficienza della macchina pubblica e dei servizi affinché la città possa, in qualche modo, comunque guadagnarci.

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