“In effetti, rispetto al costo dell’affitto e della cessione, trattandosi non di procedura di libero mercato, bensi’ fallimentare – spiega il vice presidente vicario del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta -, si e’ in presenza di stime predisposte per legge dagli organi del tribunale fallimentare, e come tali devono ritenersi congrue ed attendibili, e alle quali, quindi, il Comune ha aderito. Per quanto riguarda il business plan triennale, il sindaco Leoluca Orlando, presente in aula, ha chiarito “che necessita di un preventivo accordo con i sindacati e che sara’ posto a corredo del provvedimento definitivo di cessione aziendale – dice ancora Spallitta -. Sara’ quella la sede per verificare le scelte gestionali e garantire alla citta’ la qualita’ e l’efficienza dei servizi di smaltimento e di raccolta dei rifiuti, privilegiando la raccolta differenziata e processi innovativi con la categorica esclusione, gia’ preannunciata dal sindaco, del ricorso all’inceneritore“. Con riferimento al costo del servizio, il rischio di un aumento della pressione fiscale “potrebbe essere reale – ammette Spallitta -, tuttavia, confido molto nella capacita’ di riorganizzazione della societa’“. Decisamente critico di fronte alla delibera su Amia e’ Rosario Filoramo, consigliere comunale del Pd, secondo il quale “la costituzione di una nuova azienda e la proposta al tribunale di affitto con diritto di prelazione all’acquisto di Amia e’ solo utile ad affrontare e risolvere temporaneamente il problema della salvaguardia dei lavoratori, ma non puo’ prescindere dalla trasparenza e dalla priorita’ nell’uso delle risorse gia’ presenti nell’Amministrazione comunale. Purtroppo nessuna delle iniziative utili a trasformare radicalmente la gestione del ciclo dei rifiuti viene avviata. I palermitani continueranno a soffrire per i disservizi nella raccolta e nello smaltimento e a pagare il tributo piu’ alto d’Italia”. Il segretario della Cgil di Palermo, Maurizio Cala’, ritiene necessario che si apra un tavolo con le organizzazioni sindacali per capire come si immagina di gestire la nuova fase ”stando attenti a non aumentare il vincolo della tassazione in una citta’ che soffre di poverta’. “Come al solito – denuncia – non c’e’ stato alcun incontro con il sindacato e non comprendiamo per quale ragione: il sindaco ci aveva promesso di convocarci prima del Consiglio comunale per verificare insieme le condizioni della delibera sulla nuova societa’ che prendera’ il posto di Amia. Si continua a rifiutare un confronto sulle grandi questioni della citta’ che non possono essere esaminate solo nei momenti emergenziali o durante le vertenze occupazionali, perche’ in gioco oltre alla messa in equilibrio dell’azienda, alla sua stabilita’ efficienza ed efficacia ci sono le grandi partite che riguardano il futuro della citta’, a partire dalla raccolta differenziata, allo smaltimento, alla pulizia”.
Palermo, rifiuti: addio all’Amia, nasce la Rap
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