Reggio, Chizzoniti invia alla Procura un dossier sull’interruzione dell’acqua potabile

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Il presidente della Commissione di Vigilanza e Controllo del Consiglio regionale Aurelio Chizzoniti concentra (in un corposo dossier) la sua  attenzione su una serie di “misteri” che si traducono in una serie d’improvvise, e non preannunciate,  interruzioni di erogazioni dell’acqua potabile a Reggio Calabria; ma anche  sul  diffuso degrado manutentivo ed   a “particolari liturgie bizantine che dilagano in questa città”, ivi compreso “lassismo e  permissivismo burocratico che  rappresentano ormai regola sistematica e quasi legittima”. Il tutto  con l’intento che “finalmente si possa restituire fiducia e tranquillità ad una collettività che crede nella giustizia che però recentemente molto ha fatto per non essere credibile”. Il dossier è parte di  un’istanza (ex articolo 326 codice procedura penale ed in relazione a qualsivoglia ipotesi penalmente rilevante nella specie ravvisabile) che è stata inviata al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, al dottor Vincenzo Panìco, Coordinatore Commissione amministratrice del Comune di Reggio Calabria ed al Comandante della Stazione dei Carabinieri di Gallina. Il presidente Chizzoniti espressamente chiede, dopo una segnalazione puntuale di eventi, circostanze sospette, accadimenti preoccupanti e deduzioni logiche ancorché rilevanti giuridicamente,  al Procuratore della Repubblica di “disporre immediate indagini tese all’accertamento di qualsivoglia responsabilità penale nella specie sussistente e poiché da queste parti in casi del genere normalmente si sviluppano incendi negli uffici dove si custodiscono carte importanti laddove le stesse non vengano attenzionate da fures molto speciali, come nel caso accertato addirittura pressa codesta Procura recentissimamente”. Chiede, altresì, “all’Illustre Inquirente di disporre a tenore dell’art. 253 c.p.p. il sequestro dei predetti documenti. Con particolare attenzione a quelli afferenti qualsiasi intervento manutentivo idrico realizzato in città dall’ 1/05 in poi, ed, ordinando contestualmente la verifica tecnica tra quanto emerge dalle carte in ordine alle riparazioni – vere o presunte che siano – ed i lavori effettivamente eseguiti; con specifico interesse investigativo relativo alle proiezioni parentali delle ditte utilizzate, confrontando, inoltre, la spesa allo stato maturata con quella sostenuta nello stesso periodo dell’anno 2012, individuando i proprietari delle autobotti, eventualmente utilizzate per alleviare l’incredibile disagio causato, nonché le parentele degli stessi; quantificando il costo a carico dell’erario pubblico, accertando, altresì, se in ordine alle perdite d’acqua riparate, sia stato maldestramente utilizzato materiale arido o di cava, di fiumara, ovvero materiale stabilizzato previo collant protettivo di sabbia, verificando, anche la consistenza degli assi patrimoniali riconducibili ai tecnici di riferimento”. Richiamando, inoltre, “le pregresse segnalazioni inerenti le sistematiche perdite idriche, l’omesso, ovvero, approssimativo ripristino del manto stradale a seguito di lavori, fra l’altro, eseguiti non sempre a regola d’arte, nella stessa istanza”, il presidente Chizzoniti invita “i signori Commissari governativi ad acquisire i documenti richiamati disponendo, nei limiti del consentito possibile, gli stessi controlli richiesti all’Autorità giudiziaria” .

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