Con l’ipotesi di turbativa d’asta e c
L’ambasciatore fu condannato già nel ’95 a tre anni per tangenti. L’inchiesta, allora, riguardava Mani pulite. Poi Moreno si salvò perchè il reato cadde in prescrizione. Nel 2012 era commissario di governo per la partecipazione dell’Italia a due fiere internazionali, tenute a Venlo, in Olanda, e a Yeosu, in Corea. Questo ruolo gli consentiva di assegnare la gestione in esclusiva della comunicazione a una ditta piuttosto che a un’altra: ad aggiudicarsela fu la Jumbo Grandi Eventi della Bussetti, che poi la concesse alla Ab Comunicazione. Ed è questo periodo che risale un fitto scambio di email e di lettere tra Moreno, Bussetti e Giacchetto. Secondo chi indaga, i bandi furono materialmente redatti dai due imprenditori e firmati dall’ambasciatore.
Il 29 marzo 2012, poco prima della Expo tenuta nei Paesi Bassi (fu aperta da aprile ad ottobre dell’anno scorso), un manager, Biagio Semilia, anche lui indagato, esperto per la comunicazione dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, chiese a Giacchetto chi dovesse “dare la moneta a Moreno“. L’interlocutore, senza sapere di essere ascoltato dalle microspie della Guardia di Finanza, rispose che le avrebbe date “lei”, cioe’ la Bussetti, nella misura di 50 mila euro. In una conversazione successiva la cifra fu portata a 120 mila euro: “Lei da’ 50 mila, io do il resto“, spiego’ Giacchetto. “Per due?”, chiese Semilia. “No, 120 mila per ognuno”. La difesa della Bussetti sostiene che si tratta di percentuali dovute al ministero degli Esteri, per i servizi resi alla Regione Sicilia, nella misura di 50 mila euro. Spiegazione che appare prefabbricata agli inquirenti. E poi c’e’ comunque il “resto“, la somma che avrebbe dovuto portare tutto a 120 mila euro, che non e’ spiegato.