Nonostante il servizio idrico della città sia palesemente inefficiente, la spesa procapite media annuale dei reggini, 225 euro al metro cubo, rappresenta quella più cara in assoluto tra le città italiane. Ma a gravare ulteriormente una questione, rileva Vespia, già di per sé esplosiva occorre aggiungere anche la pratica, fumosa ed eccessivamente burocratizzata, per l’allacciamento alla rete idrica. O, peggio ancora, i numerosissimi casi di furti del prezioso liquido da parte dei soliti furbi che indisturbatamente approfittano delle larghe maglie dei controlli da parte delle autorità competenti, unitamente all’introduzione di nuovo regolamento del servizio idrico che in qualche parte sfiora il paradosso. Come ad esempio la lettura dei contatori dell’acqua, anche questo un servizio senza un minimo di organizzazione dal momento che le visite a domicilio dei letturisti non sono state debitamente anticipate da una doverosa serie di avvisi agli utenti circa l’avvio della campagna di verifica dei consumi. Eppure a tal proposito il regolamento dice chiaramente che “qualora non sia stato possibile eseguire la lettura e tale impossibilità si ripeta per oltre due volte nelle successive verifiche, può essere disposta la chiusura dell’utenza”. “Si poteva stabilire il rilascio di un avviso – sostiene infine il presidente provinciale dell’Adiconsum – che consentisse agli utenti che lavorano, o risiedono altrove o non in maniera continua nella propria abitazione, di apprendere in anticipo la visita da parte degli operatori del Comune”.
Reggio, la nota del presidente provinciale dell’Adiconsum Saverio Vespia sul caro acqua
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