Sicilia, da ottobre partirà la vigilanza dinamica nei carceri. Ecco di cosa si tratta

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A partire da ottobre sarà attivata negli istituti siciliani la cosiddetta vigilanza dinamica, prevista da una circolare del Dipartimento per l’amministrazione penienziaria, che prevede una sorta di carcere a ‘regime aperto’ che, per i detenuti a media e bassa pericolosita’, potenzi gli spazi dedicati a lavoro, sport, attivita’ ricreative e culturali, perche’ prevalga l’aspetto riabilitativo della pena. ”Come organizzazione sindacale siamo stati gli antesignani di questo nuovo modo di concepire la sicurezza e la vigilanza nelle carceri – commenta Gioacchino Veneziano, coordinatore regionale della Uil Pa Penitenziari – fermo restando che reputiamo imprescindibile la modifica dell’art.387 codice penale (colpa del custode), e l’ammodernamento del regolamento di servizio, cosi’ come l’abbandono delle terminologie militari”. La Uil Pa spiega che il Dap ha previsto alcuni step, con inizio dall’ottobre prossimo, in modo che il 25% dei detenuti ristretti in Sicilia possa usufruire di una permanenza fuori dalle celle per almeno 8 ore. Il percorso di rinnovamento sara’ portato a compimento a maggio del 2014, con portando tale percentuale al 75%.

Il leader siciliano ricorda poi alcuni dati: ‘‘degli attuali 6.825 detenuti classificati media e bassa sicurezza, ovviamente rimarrebbero esclusi da tale innovazione i 1.217 detenuti alta sicurezza. Considerato che in ambito regionale gia’ beneficiano del regime di vigilanza dinamica 469 reclusi, e 146 detenuti sono gia’ in regime di semiliberta’, quindi di fatto i potenziali beneficiari potrebbero essere 5.462 detenuti rinchiusi nei 25 penitenziari siciliani”. La parte principale riguardera’ i penitenziari delle aree metropolitane. Questo nuovo concetto di vigilanza, spiega ancora Veneziano, ”pone al centro dell’attenzione la Polizia Penitenziaria non piu’ come un custode, ma con un operatore di sicurezza con veri e propri servizi di pattugliamento, per questo che sollecitiamo che il Provveditore delle carceri Siciliane dia l’imput affinche’ vi siano dei confronti sindacali a livello regionale e locali. Deve esserci un impegno corale affinche’ la Sicilia abbia un congruo aumento di personale di Polizia Penitenziaria – conclude il sindacalista – che ad oggi si attesta a 800 unita’ mancanti dalla pianta organica ministeriale”.

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