A Montalto Uffugo grande successo per la XIV edizione del Leoncavallo festival: le FOTO

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Serata di grande lirica sabato a Montalto Uffugo (CS): si è tenuta infatti la XIV edizione del tradizionale “Leoncavallo festival”, il festival lirico che si tiene annualmente presso il su citato paese del cosentino; e che serata è stata! Una serata di vera lirica, di quelle che in Italia, ahimé, spesso mancano. Innanzitutto è stata sublime la location, il pieno centro storico del paese dell’autore dei “Pagliacci”, il sagrato del duomo, investito, sin dall’inizio, da mirabili effetti luminosi; poi i presentatori, il simpaticissimo Tiberio Timperi e la bellissima Manila Nazzaro; l’orchestra sinfonica “Europa Musica”, magistralmente diretta dal m° Stefano Seghedoni; il coro lirico F. Cilea di Reggio Calabria, diretto dal m° Bruno Tirotta; e poi, ultimi, ma non per questo meno importanti, i solisti tutti, tra gli ospiti e i vincitori di concorsi ivi premiati. E la serata stessa si può dire sia già iniziata alla grande: il Duomo illuminato da luci che riproducevano, lentamente, la vera e propria facciata del Duomo e, di sottofondo, il bellissimo “Intermezzo” dei “Pagliacci” di R. Leoncavallo.
Successivamente ad un calorosissimo applauso del pubblico (che non è stato tuttavia l’unico della serata, e che ha invece accompagnato sempre fortemente gli artisti), entra il, come sempre, grandioso, Coro Lirico “F. Cilea” che ha esibito un, a dir poco sublime, degno di nota e di immenso apprezzamento per lo squisito fraseggio e per la mirabile interpretazione, “Va Pensiero” dal “Nabucco” di G. Verdi, con sullo sfondo delle immagini bellissime sul sagrato della Chiesa. A ciò è subentrato poi il presentatore della serata, il simpaticissimo e bravissimo Tiberio Timperi che, dopo aver ricordato la ricorrenza del bicentenario della nascita del maestro Verdi, ha ricordato che spesso Montalto viene definita la “Spoleto del sud” (a Spoleto si  tiene infatti annualmente un grandioso festival lirico), ed ha anzi detto che “Spoleto è la Montalto del nord”, affermando un qualcosa che per noi del sud sarebbe a dir poco meraviglioso, se solo fosse vero… Si è comunque poi passati alla premiazione dei vincitori delle borse di studio, a partire da un giovane baritono “rossiniano” che si è ben esibito nel “Largo al factotum” dal “Barbiere di Siviglia” di G. Rossini, in un’apprezzabile esibizione; abbiamo poi avuto un bel soprano, vincitrice di un altro premio, che si è esibita in maniera squisita nell’aria “Quale fiamma avea nel guardo” dai “Pagliacci” di R. Leoncavallo; si è poi invece esibita la prima effettiva ospite della serata, il soprano Adriana Damato, che si è esibita bene nell’aria “La Vergine degli Angeli” dalla “Forza del destino” di G. Verdi, accompagnata in modo molto toccante dal coro; questa esibizione è stata tuttavia molto particolare, oltre che per gli artisti, per le proiezioni sulla Chiesa, ed in particolare per il finale dell’aria in cui è comparsa una grande immagine della Madonna sulla Chiesa.
Si è passati poi alla premiazione di due bellissime voci femminili dalla Cina, un soprano ed un mezzo-soprano, al terzo posto ex aequo al concorso “Leoncavallo”, che si son esibite, ambedue in maniera particolarmente mirabile nell’esecuzione, rispettivamente il mezzo-soprano nell’aria “Cruda sorte, amor tiranno” dall’”Italiana in Algeri” di G. Rossini, ed il soprano nell’aria “Tacea la notte placida” dal “Trovatore” di G. Verdi; in ambedue è stata molto apprezzabile la pronuncia, il fraseggio e, in toto, la bellissima interpretazione. Ci è stato poi un bellissimo ringraziamento fatto da parte dell’assessore alla politica ed allo spettacolo del comune di Montalto Uffugo, Eugenio  Ingribelli, che ci ha tenuto a ringraziare in particolare tutti coloro che hanno permesso ed hanno preso parte a questa splendida serata. E’ giunta poi un’altra ospite della serata, il soprano Mariangela Sicilia, che si è esibita con notevole bravura nell’aria “Caro nome” dal “Rigoletto” di G. Verdi; altro ospite della serata, ha fatto poi comparsa il tenore Micheal Spadaccini che, senza tuttavia eseguire un’esibizione mirabile, ha cantato l’aria “Oh tu, che in seno agli angeli” dalla “Forza del destino” di G. Verdi. Ha fatto poi tuttavia comparsa il mirabile soprano, secondo posto al concorso “Leoncavallo”, che si è esibita soavemente nell’aria “Regnava nel silenzio” (con la bellissima caballetta  “Quando rapito in estasi) dalla “Lucia di Lammermoor” di G. Donizetti, con un’esibizione, senza dubbio, di altissimi livelli. Abbiamo poi avuto il baritono ospite della serata  Carlo Guelfi che ha eseguito il Prologo “Si può? Si può?” dai “Pagliacci” di R. Leoncavallo con un bellissimo sfondo di tendone da circo proiettato sulla facciata della Chiesa, e con dei giovani ballerini vestiti da pagliacci  a lui dintorno; in quanto all’esibizione, è stata bella, ma non di spicco. Abbiamo tuttavia poi avuto una esibizione a dir poco sublime, da parte della vincitrice del concorso “Leoncavallo”, un soave soprano di coloratura che si è esibito nell’ ”aria della bambola” “Les oiseaux dans la charmille” da “Les Contes d’Hoffmann” di J. Offenbach, nella quale ha dimostrato un fraseggio ed una pronuncia a dir poco sublime. Abbiamo poi avuto, dal terzo atto dell’”Aida” di G. Verdi, il soprano Adriana Damato ed il baritono Carlo Guelfi con il celebre duetto “Cielo, mio padre”, bello ma non dello stesso livello delle altre rappresentazioni della serata. Si è poi esibito in maniera a dir poco sublime il tenore Francesco Anile  nell’aria “Vesti la giubba” dai “Pagliacci” di R. Leoncavallo, con un plauso del pubblico più che meritato e forse anche ridotto rispetto all’immensa bravura di questo immenso tenore. E’ poi tornato Micheal Spadaccini che, nella “Mattinata” di R. Leoncavallo ha dato notevole prova di sé; gran finale poi: coro e tutti i solisti in scena a cantare il celeberrimo “Brindisi” “Libiamo ne’ lieti calici” dalla “Traviata” di G. Verdi, successivamente al quale ci sono stati i bellissimi, lunghi e particolarissimi fuochi d’artificio finali, che hanno posto fine alla serata.

Tirando le somme, dando un ultimo plauso all’orchestra che ha dato una mirabile prova della sua bravura unitamente al bravissimo maestro Stefano Seghedoni, passiamo alle critiche: le uniche pecche che, a mio parere ci sono state, sono state la scarsa presenza del coro e l’assenza di un basso solista, componenti fondamentali di ogni galà lirico che si rispetti, proprio perché sempre protagonisti di ogni opera lirica. Auspicando che serate di tal genere siano in ogni caso più frequenti, esprimo, da parte mia e della redazione tutta, un plauso generale per la serata in toto, sperando che non sia essa un’esperienza isolata, ma solo una serata, fra tante, di tal genere.

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