Lo studio curato dall’Enea che ha portato a questa eccezionale scoperta è durato due anni e ha coinvolto ricercatori del Max Planck Institute, dell’Australian National University di Canberra, e di numerose istituzioni scientifiche italiane fra cui Cnr, Ispra, e le Universita’ Palermo, Roma La Sapienza, Napoli, Messina, e Trieste.
Tale ricerca spiega come nel corso dell’ultima glaciazione, il mare, in quel tratto fra la Calabria e la Sicilia, si sia abbassato fino a creare un ponte. Oggi quella sella si trova a una profondità di 81 metri sul livello del mare. La sua esistenza fu fondamentale per l’arrivo di mammiferi come l’Equus hydruntinus, in Sicilia, esemplari oggi scomparsi, i cui resti sono stati rinvenuti dagli scienziati nella grotta di San Teodoro, nei pressi di Messina.
Il commissario dell’Enea, Giovanni Lelli, intervenendo alla conferenza odierna, ha spiegato come le conclusioni di questa ricerca siano state possibili grazie al calcolo delle variazioni del livello del mare e dell’analisi integrata dei dati piu’ recenti raccolti in differenti discipline come la geologia marina, la tettonica, la geofisica, la modellistica oceanografica, la paleontologia e l’antropologia.