E allora quale destino per quella zona, che doveva essere il “contentino” del Governo Colombo ai reggini in rivolta nel 1970? Quella stessa Liquilchimica mai entrata in funzione, nei pressi della quale fu realizzato un porto, che oggi è diventato una spiaggia?
Partendo dallo studio dell’area e dalle emergenze del territorio, tenendo in considerazione i progetti proposti dalla società SEI (proprietaria della zona industriale di Saline Joniche ndr), Familiari e Grande hanno studiato le correnti, la presenza di zone verdi e dell’abitato e hanno ipotizzato la realizzazione di un terminal crocieristico.
Come si legge nel progetto “l’obiettivo è quello di intercettare i flussi commerciali del Mediterraneo provenienti dall’Oriente e dall’ Occidente vista la posizione strategica“, ma è altresì un’opera innovativa per il suo basso impatto ambientale, quello che si potrebbe definire un “green port” per la presenza di impianti mini-eolici e solari.
Crociere, navi cargo, pescherecci, barche da diporto i destinatari del progetto. Oltre la previsione di un porticciolo turistico e di un rimessaggio per 100 imbarcazioni: una sfida, che i due giovani architetti, assistiti dal relatore Prof. Corrado Trombetta e dall’Arch. Alessandra Focà, hanno lanciato alle istituzioni e alla cittadinanza calabrese.
Esattamente un anno fa, infatti, al porto di Reggio attraccava una nave da crociera…la prima e l’ultima! E mentre Reggio “latita” e solo a belle parole si professa città del turismo, a Messina in un pomeriggio di ottobre fin quattro navi da crociera hanno attraccato alle banchine del suo porto.
Forse a volte la Calabria dovrebbe guardarsi dentro tra le sue risorse e valorizzare quelle che sono un vanto. Consigliamo a tutti i nostri lettori di dare un’occhiata e di valutare il progetto: http://europaconcorsi.com/projects/241509-Terminal-Crocieristico-Saline-Joniche-RC-.
Dimostriamo di essere davvero una Città Metropolitana. Vantiamoci di questa Calabria.